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Sono una ventina gli orsi che hanno “sconfinato” in Svizzera negli ultimi anni

La convivenza con gli animali selvatici è un tema molto sentito anche oltre confine. Il primo "a migrare" fu l'orso individuato in Svizzera nel 2005

animali selvatici

Per circa un secolo, in Svizzera, di orsi non se ne sono visti. Questo fino al 2005, quando un orso bruno proveniente dall’Italia passò il confine. Da allora gli orsi vi hanno lasciato le loro tracce quasi ogni anno. Secondo i dati diffusi dalla Confederazione sono una ventina gli orsi che si sono spostati dall’Italia alla Svizzera negli ultimi 15 anni.

Il tema della convivenza con gli animali selvatici è molto sentito sul nostro territorio, anche alla luce di recenti avvistamenti come quelli che hanno interessato le zone del Verbano Cusio Ossola, e lo è anche oltre confine.

L’orso di Villadossola avvistato vicino al Lago Maggiore

Questi esemplari restano “sorvegliati speciali” e in alcuni casi la Confederazione ha adottato misure drastiche (molti ricorderanno la decisione di abbattere un esemplare nel Canton Grigioni, nel 2013 perché considerato pericoloso per l’uomo) per far fronte ai rischi collegati alla presenza di questi animali vicino ai centri abitati.

Con il rapporto sulla gestione dell’orso in Svizzera, adottato oggi («Umgang mit dem Bären in der Schweiz»), il Consiglio federale ha valutato le misure per gestire gli orsi che raggiungono il territorio elvetico.  “Il rapporto – si legge nella nota diffusa oggi dalla Confederazione – ha analizzato le basi giuridiche in Europa e giunge alla conclusione che l’attuale aiuto all’esecuzione «Strategia Orso Svizzera» della Confederazione è in linea con le direttive paneuropee e offre un margine di manovra sufficiente per una gestione adeguata degli orsi migratori. D’altro canto, vi è un potenziale di miglioramento nell’ambito della prevenzione dei danni. Infatti, migliore è la protezione degli apiari e degli animali da reddito e più adeguato è lo smaltimento dei rifiuti, minore è il rischio che gli orsi sviluppino comportamenti problematici”.

L’Ufficio federale dell’ambiente UFAM esaminerà la Strategia Orso per quanto concerne la prevenzione dei danni e, se del caso, la integrerà. “Le esperienze nella gestione dell’orso bruno in Svizzera – prosegue la nota – sono caratterizzate da notevoli differenze a seconda dei singoli animali. Molti di essi erano poco appariscenti e non si sono quasi fatti notare. Altri, invece, hanno predato animali da reddito, danneggiato apiari o si sono avvicinati troppo agli insediamenti umani. Per proteggere gli esseri umani è stato necessario abbattere due orsi, nel 2008 e nel 2013. In totale, negli ultimi 15 anni il risarcimento dei danni è stato pari a circa 120 000 franchi per le predazioni di animali da reddito e a 30 000 franchi per gli apiari danneggiati. I costi sono a carico di Confederazione e Cantoni nella misura rispettivamente dell’80 e del 20 per cento”.

 

Pubblicato il 27 Gennaio 2021
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