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Malattia del kiwi, anche il Piemonte tra le regioni più colpite

Le conseguenze della batteriosi prima e, successivamente, della moria, hanno messo a dura prova le maggiori aree frutticole piemontesi

kiwi

L’assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte scrive al ministro alle Politiche agricole a seguito dell’annuncio della costituzione di una task force specifica per affrontare il tema della moria del kiwi, patologia che sta causando gravi danni a una specie frutticola di fondamentale importanza a livello nazionale.

«Nella comunicazione – recita una nota della Regione – la ministra dimentica però di citare il Piemonte tra le regioni più colpite in Italia. Se l’Italia e la Nuova Zelanda sono annoverati tra i maggiori produttori mondiali, a livello nazionale il Piemonte ed il Lazio sono le due Regioni in cui la coltivazione del kiwi si è nel tempo maggiormente affermata. Le conseguenze della batteriosi prima e, successivamente, della moria, hanno messo a dura prova le maggiori aree frutticole piemontesi. L’assessore specifica che si intende parlare di aree e non di aziende agricole perché la progressiva diminuzione della superficie investita a kiwi, oltre a causare enormi danni ai produttori, ha determinato conseguenze nefaste anche in riferimento agli impianti di lavorazione e condizionamento su cui avevano investito cooperative, organizzazioni dei produttori ed operatori commerciali, che nel complesso avevano dato origine ad un vero e proprio “Distretto del kiwi”».

La Regione Piemonte è da anni fortemente impegnata a sostenere con risorse proprie progetti finalizzati ad individuare una soluzione tecnica al problema della moria. Progetti che sono stati realizzati in collaborazione con le più importanti istituzioni tecnico-scientifiche che operano nel comparto frutticolo a livello regionale e nazionale. La Regione Piemonte ha anche attivato una misura di intervento economico a sostegno delle aziende costrette ad estirpare gli impianti colpiti da questa grave patologia. Pertanto «l’assessore regionale all’Agricoltura richiede il massimo coinvolgimento del Piemonte in tutte le iniziative che saranno intraprese per la soluzione di un problema che sta particolarmente a cuore all’Amministrazione, rimarcando che i danni subiti dai produttori piemontesi non sono meno gravi di quelli lamentati in altre aree del Paese, tanto da essere dimenticati».

Pubblicato il 24 Settembre 2020
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