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La Liberazione non aspetta. Arona ricorda la battaglia del 1945

Era la sera del 13 aprile quando i partigiani della Brigata "Servadei" scesero dai colli sovrastanti la città: un tentativo sfortunato di passare all'offensiva finale. Il ricordo vivo ancora oggi

Generico 2018

Era la sera del 13 aprile 1945 quando i partigiani della “Servadei” scesero dai diversi colli sovrastanti la città di Arona.

Giunse alle 5.30 del 14 aprile l’ordine di attaccare le truppe tedesche che controllavano la città che sorge sulla riva del Lago Maggiore. Una combattuta battaglia che nelle prime fasi vide il successo dei coraggiosi garibaldini.

Ma proprio quando si stava profilando il successo dell’azione partigiana le sorti si capovolsero: una pattuglia tedesca sventolò bandiera bianca in via Paleocapa, ma da una viuzza sbucò a tradimento una camionetta fascista da cui cominciarono a mitragliare i partigiani ormai allo scoperto. Persero la vita nella battaglia quattordici giovani partigiani e tre civili antifascisti.

Ogni anno la città celebra l’anniversario della Battaglia di Arona per ricordare i suoi caduti celebrando con grande partecipazione di pubblico e associazioni il ricordo del triste giorno.

Nonostante l’emergenza, anche quest’anno il sindaco Alberto Gusmeroli, insieme ad un rappresentante degli Alpini di Arona e il vice sindaco Federico Monti, ha voluto essere all’angolo di via Paleocapa per posare una corona di fiori a ricordo di chi perse la vita 75 anni fa: Luigi Biselli, Stefano Bogianchini, Angelo Buggio, Giuseppe Caramella, Renato Ferrari, Giuseppe Guazzoni, Osvaldo Gemma, Franco Giunti, Luigi Iorella, Renzo Lanzini, Giuseppe Nobile, Ezio Pirali, Giovanni Rossetti, Giancarlo Tiboni, Stefano Salini (civile), Rosa Stadera in Buzzi (civile) e Giuseppe Villosio (civile).

«L’emergenza sanitaria che stiamo vivendo e ai vari livelli affrontando, non deve impedirci di ricordare i nostri caduti di un’altra guerra contro l’invasore» afferma Alberto Gusmeroli. «Abbiamo superato i disastri della guerra, supereremo anche questa emergenza sanitaria e il relativo disastro economico. Siamo stati un popolo forte 75 anni fa e lo siamo ancor di più oggi».

La Brigata Servadei era formata prevalentemente da giovani del Medio Novarese, ma anche da partigiani originari di altre zone (come il varesino Luigi “Cin” Grossi, instancabile narratore) che si erano trovati nel Novarese a causa della guerra.

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Pubblicato il 14 Aprile 2020
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