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Da Angera al Lago di Garda a piedi e in bici: il viaggio di Davide

L'estate scorsa Davide Canil, accompagnatore di media montagna di Gorla Minore, in sei giorni di cammino e pedalata ha attraversato tutta la Lombardia. Da Angera alle rive di Limone sul Garda, il suo viaggio raccontato in un breve video documentario

davide canil

La sveglia all’alba dopo una notte sotto le stelle e subito in marcia verso la tappa successiva: l’obiettivo? Attraversare tutta la Lombardia dal Lago Maggiore al Lago di Garda grazie solo alla forza delle gambe e in totale autonomia. A portare a termine questa avventura è stato Davide Canil, accompagnatore di media montagna di Gorla Minore, che nel luglio dell’anno scorso ha intrapreso in solitaria un viaggio di sei giorni attraverso i laghi e le montagne lombarde alla scoperta della bellezza nascosta vicino casa.

Da Angera a Limone sul Garda: il viaggio di Davide

Davide comincia il suo viaggio il 25 luglio 2020 dalla spiaggia “Fornetto” di Angera. Dopo la notte trascorsa in riva al lago, la sveglia suona puntuale alle 5.15. Tempo di fare colazione, smontare la tenda e alle 6.05 precise si parte. La giornata è calda, Davide si lascia alle spalle Angera, supera il Lago di Comabbio, si dirige verso il Lago di Varese e da qui inizia la salita verso quasi il Campo dei Fiori. Da qui il percorso scende fino alla Rasa, per poi risalire – dopo un’ultima faticosa scalata – verso la cima del monte Chiusarella, che col suo panorama spettacolare chiude la prima tappa.

La mattina successiva Davide è pronto a riprendere il viaggio, e dalla Valganna parte in direzione della Valle d’Intelvi, in lontananza si vede il Ceresio. Il terzo giorno di cammino parte in discesa, e dopo 13 chilometri Davide decide di recuperare una mountain-bike lungo il percorso. Due parole col proprietario del negozio di bici mentre mette a punto gli ultimi dettagli e Davide è pronto a ripartire, destinazione Menaggio, sul Lago di Como, dove prendere un traghetto per raggiungere Varenna, sulla sponda opposta. Un pranzo sostanzioso e subito si riparte lungo la Valsassina.

Il quarto giorno il percorso si fa più impegnativo. Davide inforca una ripidissima strada pastorale che porta ai piani di Bobbio, raggiunge la cima, ma dopo alcune ore il caldo sempre più intenso lo convince a rinfrescarsi nel fiume vicino e allestire il campo a pochi chilometri dal punto di arrivo previsto. La quinta tappa si snoda nel cuore delle Orobie bergamasche, e dalla Val Brembana Davide raggiunge la val Seriana. Lungo tornanti e sentieri la bici si rivela essere tanto un aiuto in discesa quanto una grande zavorra in salita, nulla però impedisce a Davide di raggiungere il Lago di Iseo e costeggiarlo per alcuni chilometri di ciclabile. La strada è ancora lunga, ma alle 20.15 eccolo ormai a pochi passi: il Lago di Garda.

Il 30 luglio comincia finalmente l’ultima tappa, è anche la più corta, ma non è semplice come Davide aveva immaginato. Le salite lungo le sponde del lago sono tante, e dopo quasi una settimana di viaggio non è la fatica, ma la posizione innaturale da mantenere sulla bici a iniziare a farsi sentire. Qualche sosta lungo il percorso, un paio di foto e alle 12.30 Davide raggiunge Limone sul Garda: l’ultimo traguardo del suo viaggio.

Il diario col racconto dettagliato di ogni tappa si trova su Kalipé, il sito di Davide Canil, a questo link.

Un’avventura dietro casa, tra ostacoli e grandi soddisfazioni

«Molti – commenta Davide Canil – pensano che per fare un viaggio sia necessario prendere un aereo e volare dall’altra parte del mondo. Io ho voluto organizzare un giro della mia Lombardia, e viaggiare attraverso le bellezze del territorio vicino a casa mia. Certo, le difficoltà sono state tante, ma si può dire che me le sia cercate. L’importante è che questo viaggio non solo mi ha divertito, ma mi ha dato anche l’opportunità di scoprire tanti luoghi bellissimi nella mia regione e in totale autonomia».

Se il viaggio è durato sei giorni, la preparazione invece è stata molto più lunga. «L’idea di percorrere questo itinerario – spiega Davide – è nata un paio di anni fa, ma per organizzare il viaggio ci sono voluti circa sei mesi tra studio delle cartine, ricerca di informazioni, contatti con gli sponsor e scelta dell’equipaggiamento».

«Durante il viaggio – racconta Davide – il momento più difficile è stato di sicuro la sera del quarto giorno, quando un temporale mi ha costretto a smontare la tenda. Niente di così grave, se non fosse che nella fretta uno dei bastoncini che l’avrebbe dovuta sostenere si è rotto. Erano le 22, il bosco buio pesto e completamente bagnato. Senza tenda non sapevo cosa fare. Sono sceso in paese e per fortuna un ragazzo che aveva appena finito il suo turno nella reception di un albergo mi ha indicato una vecchia colonia abbandonata dove ho potuto passare la notte al riparo dall’umidità e dal vento».

«In ogni caso – aggiunge però Davide -, nessun ostacolo avrebbe potuto oscurare i momenti più appaganti. Quando alla sera affaticato e provato dal viaggio monti la tenda e ti prepari a trascorrere la notte in mezzo alla natura, in luoghi spettacolari, con viste mozzafiato e la consapevolezza di essere arrivato fino a quel punto solo con le tue forze. Questi sono stati sicuramente i momenti più belli».

L’escursionismo a Varese: tante opportunità ma poco conosciute

La passione di Davide per la montagna è nata col tempo, dalle prime camminate insieme alla famiglia alle escursioni da ragazzo, poi sempre più frequenti una volta conquistata l’indipendenza e stretto amicizia con sempre più persone appassionate. Nel 2019 Davide è diventato accompagnatore di media montagna accreditato, e non perde occasione per guidare gli escursionisti attraverso i luoghi più affascinanti della provincia di Varese.

«Dal Monte Martica e il parco del Campo dei Fiori alle valli del luinese – commenta Davide -, sono molte le opportunità che il nostro territorio offre agli appassionati di escursionismo, ma spesso i turisti non le conoscono. Per questo motivo ho iniziato a lavorare per far scoprire a sempre più persone il nostro territorio. Un esempio riguarda la Linea Cadorna. Il sistema difensivo va dalla Val d’Ossola alla Valtellina e nella nostra provincia sono molte le trincee, i camminamenti e le fortificazioni da visitare. Scoprire questi luoghi ci mette di fronte a una realtà più vicina alla natura e alle radici del nostro passato».

Accanto all’aspetto naturalistico, per promuovere un turismo responsabile è necessario anche l’aspetto comportamentale. «Muoversi in città – precisa Davide – non è la stessa cosa che muoversi nella natura. L’inconsapevolezza può portare i visitatori a provocare dei danni. Alla frenesia dobbiamo sostituire la lentezza, e ricordarci sempre di portare il giusto rispetto agli animali, alle piante e al territorio che ci ospita».

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Pubblicato il 22 Gennaio 2021
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