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La Peste, la Spagnola e il Covid in un affresco della chiesa di Osmate

L'opera dipinta nel 1918 mostra san Carlo che prega per Milano colpita dalla Peste e ci lascia un messaggio per affrontare questa nuova epidemia. Il video di don Maurizio

chiesa osmate

Nascosto in cima a una volta della chiesa dei santi Cosma e Damiano di Osmate esiste un affresco di oltre 100 anni fa, che nonostante l’età trasmette un messaggio ancora molto attuale.

L’opera raffigura infatti san Carlo Borromeo che prega Maria per la città di Milano afflitta dalla peste. Un episodio che potrebbe già portare qualcuno a trovare collegamenti tra quel momento storico di quasi 400 anni fa e l’epidemia di Coronavirus che stiamo attraversando. Ma non è questa l’unica particolarità, come don Maurizio, parroco della Comunità pastorale di Ispra, Cadrezzate e Osmate, spiega in un video pubblicato lunedì 25 maggio.

«L’affresco – spiega don Maurizio – è stato dipinto da Giovanni o Gaetano Calcaterra nel 1918, quando il mondo era alle prese con un’altra epidemia: quella della Febbre spagnola». Mentre era alle prese con questo affresco, quindi, l’artista aveva in mente una situazione di sofferenza molto vivida e forse conosciuta di persona. Una situazione che purtroppo per certi versi ricorda quella che stiamo attraversando.

L’affresco è stato riscoperto in occasione dei lavori di restauro della chiesa, iniziati lunedì 18 maggio.

«Nell’affresco – illustra don Maurizio – san Carlo è inginocchiato su una nuvola. Sotto di lui si vede il lazzaretto, con tanto di monatti che trasportano un appestato. In un angolo si nota anche una donna con in braccio un bambino: una scena molto delicata che richiama la vicenda di Cecilia raccontata nei Promessi sposi». Quello di Cecilia è uno degli episodi più emozionanti del romanzo di Manzoni, ed è ispirato a sua volta da una storia vera raccontata dallo stesso san Carlo Borromeo nel De pestilentia.

«È proprio – commenta don Maurizio – con il senso di umanità che questa donna trasmette che dobbiamo attraversare questo momento così difficile. Solo in questo modo tutto potrà andare bene e anche noi una volta finita l’epidemia saremo migliori».

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Pubblicato il 26 Maggio 2020
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