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Addio a don Paolo, fu il custode della chiesa del Carmine

Per 15 anni (dal '91 al 2006) ha vegliato sulla bellissima chiesa che domina il lungolago cittadino. Per quasi 40 anni è stato parroco di Castelveccana

don paolo ferrario

La comunità cattolica luinese e di tutto l’Alto Varesotto è in lutto per la morte di Monsignor Paolo Ferrario che per moltissimi anni ha prestato il suo servizio sacerdotale nei paesi dell’Alto Verbano. Monsignor Paolo (per tutti don Paolo) se n’è andato ieri, domenica 18 giugno, all’età di 91 anni nella casa di riposo di Castronno dove viveva da alcuni anni. Era nato a Besozzo nel 1925.

Prima a Castelveccana  dove il 19 maggio 1951 era stato ordinato sacerdote dal Cardinale Schuster, diventando così parroco di quel paese in cui è rimasto fino al 1989 , e a Luino, dove è stato custode del Santuario del Carmine dal 1991 al 2006. I funerali verranno celebrati martedì 20 giugno alle 15.30, a Castelveccana, presso la Chiesa Parrocchiale di San Pietro e Paolo.

Così lo ricordano sul sito della parrocchia di Portovaltravaglia: «Il tempo e le persone passano, la grazia di Dio che attraverso don Paolo si è disseminata e frantumata come tanti bocconi di pane nelle mani e nei cuori di quanti vi hanno attinto, resta. Il buon seme dà molto frutto; cresce e lavora nel silenzio. Grazie! Adesso che sei tornato alla Casa del Padre, Ti accompagnamo con la nostra preghiera ed ancora una volta ti affidiamo alla cura materna di Maria». (foto www.parrocchiaportodomo.it)

Il ricordo di monsignor Giovanni Giudici, vescovo emerito di Pavia: “Don Paolo aveva doti di vero pastore, ma viveva il suo ministero con uno stile di cordialità che portava con sé anche un tratto di arguto realismo.
Tra le molte occasioni che mi hanno dato occasione di incontrarlo e di stringere con lui legami di amicizia, una in particolare ricordo sempre con sentimenti di ammirazione. Giunto il momento di lasciare la sua amata parrocchia di Castelveccana, a tutti i costi volle che la visitassi con lui, che ascoltassi la sua descrizione dettagliata, che ne vedessi le caratteristiche, che incontrassi alcuni collaboratori. Ho sempre pensato che questo fosse un modo di manifestare quanto amava la comunità per la quale aveva operato con tanta intelligenza e generosità, e che il raccontarne le caratteristiche gli consentisse di prendere concedo con maggiore serenità quasi affidando il tesoro per lui prezioso”.

Così lo ricorda il consigliere comunale luinese Alessandro Franzetti: “Don Paolo era per me un grande riferimento. Mi vide crescere e nei primi anni della mia gioventù fu una sicura e sempre presente guida spirituale. Gli ho voluto molto bene”.

 

Pubblicato il 19 Giugno 2017
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