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Si blocca la pompa della fogna e il fiume azzurro diventa marrone

L'ennesimo sversamento dovuto al blocco di un impianto. Michele Pizzini (Insieme per Sesto): «Impianti vecchi e inadeguati, assenza di manutenzione programmata. La responsabilità è politica»

Sesto Calende

A pochi giorni di distanza dalla conferenza stampa del Comune di Sesto Calendeconvocata per spiegare la situazione degli svernamenti delle fogne nelle acque del Ticino, il fiume azzurro si tinge ancora una volta di marrone. Gli amministratori di Alfa srl, la società partecipata che gestisce gli impianti, avevano spiegato che i precedenti sversamenti erano stati autorizzati dalla Provincia di Varese per permettere ai tecnici di intervenire per la manutenzione. È evidente però che quello di oggi, domenica 12 marzo, non può essere considerato uno sversamento programmato. «Il guasto – conferma l’assessore Edoardo Favaron – è avvenuto nel primo pomeriggio alla pompa dell’impianto C3. Alle 15 i tecnici di Alfa erano già al lavoro. Il problema, causato da alcuni stracci, è ora risolto». (foto di Lorenzo Rognoni)

SONO ANNI CHE CI SONO GLI SVERSAMENTI 
Era stato lo stesso Favaron ad ammettere che la conferenza stampa era stata convocata per rispondere agli attacchi ricevuti sui social network dall’opposizione, rea di aver denunciato con foto e commenti il problema delle perdite dovute al cattivo funzionamento delle fogne. «Sapevo che da qui a qualche giorno sarebbe nuovamente successo  – spiega Michele Pizzini consigliere di minoranza della lista Insieme per Sesto -. È da tempo, almeno da tre anni, che stiamo denunciando questa situazione. Le fognature sono allo sfascio, mancano le pompe e i quadri per il telerilevamento, che c’erano già prima dell’annuncio della fogna 4.0, erano solo da installare. L’impianto di Lisanza, per esempio, era già dotato di un allarme con telefono ma, una volta rotto, non è mai stato riparato. Gli sversamenti ci sono perché le pompe si rompono e la manutenzione programmata e la pulizia non vengono più fatte».

IMPIANTI OBSOLETI
Durante la conferenza stampa organizzata dal Comune, agli amministratori di Alfa srl è stato chiesto quanto sarebbe costato un riammodernamento di tutta la rete fognaria di Sesto Calende. La risposta non c’è stata perché non si può fare un’ipotesi dei costi dell’intervento fino a quando la rete non verrà interamente mappata. Non è una situazione che riguarda solo Sesto Calende. Secondo i tecnici di Alfa sarebbero pochissimi i comuni in provincia di Varese ad avere una fotografia precisa dello stato di salute della propria rete fognaria.
«In 40 anni la tecnologia è molto cambiata – continua il consigliere di Insieme per Sesto- . Le pompe di nuova generazione sono dotate di trituratori e di altri sistemi di antintasamento e quelle installate non sono di nuova generazione. Lo stesso impianto di depurazione di Golasecca ha oltre 40 anni e non sostiene più il carico».
C’è anche un evidente problema di senso civico. Gli intasamenti sono spesso dovuti a rifiuti che non vengono smaltiti in modo adeguato e quando si interviene negli impianti si trova di tutto, dagli stracci ai pannolini. «Le pompe si intasano anche per gli oli che arrivano soprattutto dai ristoranti e dai bar – conclude Pizzini – che si dovrebbero dotare di apparecchiature desoleanti che hanno un costo di circa 400 euro. Poi ci sono le radici degli alberi che penetrano e danneggiano gli impianti e le stesse camerette andrebbero allargate per reggere il carico che negli anni è aumentato in relazione alla crescita della popolazione. Sono interventi che richiederebbero almeno dai 2 ai 3 milioni di euro. Insomma, la questione è politica nel senso che il sindaco Colombo doveva intervenire per tempo e non lo ha fatto».

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Pubblicato il 12 Marzo 2017
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