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Mercato di Luino, gli ambulanti propongono il “loro” progetto

L'utilizzo di via XXV Aprile, ma divisa a metà, al posto della "Quinta locale": ecco il progetto dei commercianti "per mantenere vivo e omogeneo il mercato di Luino, spezzato in due dal pgt

In una zona delimitata da un cancello, e tanto fatiscente da essere transennata perché c’è il rischio di caduta di pezzi di muro. Il nuovo Pgt di Luino propone di spostare un pezzo dello storico mercato di Luino in un’area così, a ridosso dello scalo della stazione. Una decisione che gli ambulanti del più grande e antico mercato della provincia ritengono essere un vero dramma, ma che hanno voluto affrontare concretamente: assoldando un urbanista che studiasse la situazione e potesse proporre all’Amministrazione una alternativa concreta che è stata presentata oggi, 14 gennaio 2013, nella sede Ascom di Varese.

UNA PROPOSTA ALTERNATIVA
La soluzione è arrivata a opera di Claudio Scillieri, architetto urbanista, che ha ideato un’alternativa guardando al di là del Maggiore e partendo da un punto fondamentale: «La proposta attuale divide il mercato in due sezioni, separate da 200 metri circa di strada – spiega l’architetto – Ma se il mercato si sviluppa in due parti staccate, ne risentono tutti, e innanzitutto il mercato di Luino. Anche se a soffrire di più, in prima battuta, sono innanzitutto gli ambulanti che avranno la parte minoritaria dei banchi, quelli che verrebbero separati».

L’ipotesi proposta dall’Amministrazione «prevede l’utilizzo di un area che non ha legame con il resto del mercato – continua Scillieri – La “Quinta locale”. Che non è una strada: è una corsia abbandonata con edifici fatiscenti che è vicino alla stazione ma è delimitata da un cancello, anche se sempre aperto, e non è direttamente visibile dagli utenti che scendono dal treno. Utilizzando via 25 Aprile, che si affaccia direttamente sulla stazione invece, chi arriva con bus e treno comincia subito a fare l’esperienza del mercato: un’esperienza che poi non finisce, perchè la nostra soluzione prevede un percorso unico a partire da quella via per tutta la parte storica del mercato».

Ma qual è la proposta che potrebbe mettere d’accordo amministrazione comunale, prefettura, cittadini, ambulanti e turisti? Innanzitutto, un’idea che non blocchi completamente il traffico del centro: situazione che mette in crisi i residenti che con il mercato non hanno molto a che fare e anche la prefettura, per l’oggettiva impossibilità dei mezzi di soccorso di muoversi agevolmente un giorno la settimana. «La proposta è di aprire perciò via 25 aprile alle bancarelle, ma solo in un lato, consentendo il senso unico delle macchine nell’altro». Una proposta difficile e rischiosa? «No, e nemmeno troppo strana: a Verbania, Intra e Arona hanno risolto così. E anche il mercato di Como ha una parte così strutturata». Ad essa si potrebbe aggiungere una situazione analoga nell’area ex Svit, che permetterebbe di riposizionare alla fine tutti e 61 i banchi “sfrattati”.

IL MERCATO DI LUINO, UNA RISORSA STORICA
Pero ora, però, la soluzione è già fissata dal comune: tutti gli ambulanti che non stanno nelle due vie principali finiranno in quell’area delle ferrovie dello Stato chiamata “Quinta Locale”: «Però, i banchi posizionati in quel posto è come se fossero posizionati in un cimitero – spiega senza mezzi termini Carlo Riva, fiduciario Fiva Ascom di Varese  – Questi banchi faranno la fame se si ritrovano li, specie in un periodo di crisi come questo». Senza contare che si ritroverebbero in un’area degradata, che nessuno “bonificherà” in occasione dell’arrivo del mercato: con il risultato che verranno lasciati dei muri pericolanti dietro i furgoni degli ambulanti.

E qui comincia la parte economica e culturale del mercato di Luino che vanta 500 anni di attività, un libro a suo nome ("Le avventure di Pierino al mercato di Luino" di Piero Chiara), è conosciuto internazionalmente e muove decine di migliaia di persone provenienti dalla Svizzera ed oltre: «La cittadina, di norma di 10mila abitanti, il mercoledì arriva fino a 40 mila presenze, con tutte le conseguenze del caso: sia di pianificazione della città sia di movimento economico» spiega infatti l’urbanista.

Il mercato conta 375 bancarelle (per dare un metro di misura, il mercato del sabato di Varese ne conta 180, in una città di 80mila abitanti, ndr): un numero impressionante, anche se ci sono stati periodi in cui superava le 400. Inoltre, incide sulle casse del comune significativamente: «Ci è stato quasi raddoppiato il plateatico (il tributo per l’occupazione del suolo pubblico, ndr), ultimamente, con lo scopo di risanare il bilancio del comune – spiega Rodolfo Calzavara, commerciante ambulante e fiduciario provinciale di Fiva Confcommercio – Una cifra che porta nelle casse comunali circa 600mila euro all’anno. Insomma siamo una grande risorsa, e meriteremmo di non essere messi così in difficoltà». Al prossimo mercato, mercoledì 16 gennaio, i commercianti hanno organizzato un gazebo per spiegare agli utenti questa soluzione e sensibilizzare la città sull’importanza, commerciale ma soprattutto culturale e cittadina, di mantenere il mercato nella parte viva della città.

La relazione completa dell’architetto Scillieri

Il progetto

Pubblicato il 14 Gennaio 2013
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