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Sesto2030: “Sul doposcuola dell’infanzia i conti non tornano”

Secondo il gruppo di minoranza "La possibilità di un doposcuola alla materna non è ancora da considerarsi perduta". Il servizio era stato annullato a causa di un numero troppo basso di iscritti e dei costi ritenuti insostenibili dall'amministrazione

Sesto 2030 - i conti non tornano

«Raddoppiare l’impegno per dimezzare i costi». Il gruppo Sesto2030 crede ancora nella possibilità di attivare il doposcuola dell’infanzia, servizio dedicato alle famiglie annullato a causa del ridotto numero – 26 famiglie – di iscritti.

Come aveva spiegato l’assessore all’istruzione Claudia D’Onofrio l’indomani della cancellazione del servizio, all’amministrazione sestese non era rimasta altra scelta se non l’annullamento del servizio, visto l’elevato tasso dei costi, ritenuti «insostenibili». Il motivo dell’innalzamento dei costi? La pandemia ha stravolto l’organizzazione del servizio dividendo “in bolle” i bambini di ciascun plesso scolastico e moltiplicando il numero degli educatori necessari, da 3 – con un educatore per ciascun plesso sestese – a 10. «In alcuni casi addirittura i gruppi sarebbero stati composti da un singolo bambino e un educatore» aveva commentato «rammaricata» l’assessore, sottolineando come, nonostante la proroga di una settimana per aumentare il bacino di iscritti, i bambini fossero comunque troppo pochi.

Ma secondo Sesto2030, gruppo all’opposizione nel governo della città sul Ticino, «i conti non tornano». «Abbiamo studiato i documenti amministrativi incrociandoli con le informazioni ricevute dall’Assessore di competenza per provare a fare una controproposta che permettesse la sostenibilità del servizio con modalità diverse. Conti alla mano, però, ci siamo accorti che qualcosa non torna» scrive nel proprio “dossier” – che riportiamo qui sotto – la lista rappresentata in consiglio comunale da Alessandra Malini e Simone Danzo.

Ecco i dati forniti sui social dall’Assessore: “Nei nostri 3 asili , dove abbiamo 236 bambini, i gruppi sono 10 e pertanto, con un notevole sforzo per far quadrare i ‘conti’ e sulla richiesta di pre iscrizione di 70 famiglie per il post scuola, avevamo previsto una media di 6 bambini per gruppo (media da valutare su tutti i plessi). Il costo è di 900,00 eur/mese per educatore (totale 10 educatori) e avevamo già previsto la copertura di circa 3/4 costo totale, per tenere contenuta la tariffa 50 eur/mese richiesti per ogni singola famiglia per il servizio.”

L’Assessore, ossia chi effettivamente è il responsabile della gestione dei fondi destinati all’Istruzione dal bilancio di previsione approvato, ha quindi asserito che, sulla base dei calcoli fatti, ha già inserito nel bilancio tra i 6.000 e i 6.700 euro di costi mensili per il doposcuola (il 75% del costo mensile totale, pari a 9.000,00 euro).[1] Noi abbiamo fatto i conti precisi e pensiamo che la quota accantonata, secondo questi conteggi e vista la proposta di servizio mandata alle famiglie, fosse 6.600 euro, pari al 73% del servizio.

Abbiamo però riscontrato (e ce ne hanno dato conferma gli uffici) che il costo mensile di un educatore è di 440 euro non di 900,00 (che sarebbe stato quello per 2 ore di servizio – come inizialmente previsto dall’Amministrazione). Il costo complessivo mensile è quindi di  “soli” 4.400 al mese.

Se davvero erano già stati destinati quei fondi per la copertura del servizio quindi l’Amministrazione avrebbe già la copertura sufficiente per pagare interamente il servizio!

E allora perché chiedere una cifra così “alta” di compartecipazione alle famiglie? Sarebbero questi i “notevoli sforzi per far quadrare i conti”?

Con i dati corretti, la copertura del Comune (anche considerando delle spese di pulizia aggiuntive di circa 11.300 euro, che però non comprendiamo, in quanto i bambini sarebbero comunque nelle proprie classi e la pulizia sarebbe solo posticipata ) è del 58%.

Per coprire veramente i 3/4 del servizio la quota richiesta dato il numero minimo stabilito (60 bambini) sarebbe dovuta essere la metà! Non 40 euro, ma 20 euro a famiglia (per chi lavora) – oppure il servizio proposto per 40 euro avrebbe dovuto essere per 2 ore di doposcuola al giorno.[1]

[1] Se  volessimo considerare anche le spese di pulizia (di cui non si era mai parlato prima) invece, la quota sarebbe di 24 euro.

Qualcosa quindi non ci torna: erano o non erano stati previsti 6.000 euro al mese di copertura del bilancio comunale per questo servizio?

Se la risposta è sì, il servizio può essere effettuato senza addebitare costi alle famiglie!

Oppure: non erano stati previsti quei fondi ma l’Amministrazione vuole davvero coprire i costi per il 75%?

Se la risposta è sì, le quote richieste dovrebbero essere dimezzate!

Chiediamo delucidazioni all’Assessore ma soprattutto chiediamo che venga fatto un sondaggio tra le famiglie per capire se preferiscano avere una quota dimezzata oppure un servizio di 2 ore e per verificare se con una di queste modalità i numeri minimi sarebbero raggiunti.

Fino a che l’Amministrazione non dialogherà veramente anche con le famiglie le soluzioni proposte non saranno mai le più efficaci. Se si fosse percorsa la strada da noi proposta dei “tavoli di lavori per le attività extra didattiche” (approvata all’unanimità in consiglio comunale ma mai attuata) con il confronto tra le parti forse si sarebbe giunti subito ad una proposta fattibile per le casse del Comune ed anche adeguata alla esigenze delle famiglie!

Ora aspettiamo spiegazioni ulteriori che chiariscano gli indirizzi politici dati agli uffici (quanta quota del servizio coprire) e ci auguriamo non sia troppo tardi per provare a rimediare – perché nel frattempo tante famiglie si saranno organizzate diversamente.

Speriamo quindi che proponendo un servizio più adeguato alle esigenze delle famiglie vi sia un’adesione maggiore così da permetterne lo svolgimento in piena sicurezza, ossia senza mischiare le bolle.

 

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Pubblicato il 28 Settembre 2021
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