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Chi “viveva” nei canneti rasi al suolo

Il sindaco Molgora fa il punto della situazione a quasi un mese dal disboscamento che ha interessato l'area protetta a sud della Bruschera: le specie a rischio e le conseguenze di quel gesto

Uccello oasi della bruschera

Poco meno di un mese fa un massiccio intervento di disboscamento, le cui responsabilità saranno chiarite, ha raso al suolo una vasta zona di canneto nell’area protetta a sud della Bruschera. Ma quali sono state a livello ambientale le conseguenze di quel gesto? E perché quello che è accaduto è diverso da un comune intervento di “pulizia” come quelli che venivano realizzati in passato? Questa mattina, dal suo blog “Cambiangera” il sindaco della cittadina sul Lago Maggiore, Alessandro Molgora, ha presentato il punto della situazione. Purtroppo questi ultimi mesi non sono stati tra i più fortunati per l’ambiente nelle aree del Basso Verbano. Domenica scorsa a Sesto Calende, ignoti hanno riversato una massiccia quantità di gasolio nel Ticino, in località Alzaia e ancora, un episodio simile si era verificato ad Angera.

L’AREA INTERESSATA – «Nei giorni seguenti alla devastazione subita dall’area protetta del SIC (sito di interesse comunitario) e della ZPS (zona di protezione speciale) nella porzione sud della Bruschera, molti hanno chiesto informazioni – scrive Molgora -. Ognuno ha voluto commentare l’accaduto. Quello che abbiamo rilevato è stata una indignazione generica, quasi senza una vera consapevolezza di quale danno ambientale fosse stato commesso o quello di minimizzare, citando la necessità di una pulizia o di una salutare disinfestazione (?!). Ma sappiamo veramente chi viveva in quell’ambiente? Che cosa è cambiato dopo questo intervento? L’area interessata è quella della “Conca” che va dalla Punta della conca a nord, dove confina col campeggio e i cantieri nautici, sino alla Roggia Bruschera a sud, che delimita il confine di Angera con Sesto Calende. L’area, in prevalenza paludosa, era costituita in larga parte da canneto, con canne, cariceti e giunchi e da diverse aree alberate ai margini del bosco, ove insistono i ruderi del deposito di munizioni della “ex-polveriera” di Taino. Quasi tutto il canneto è stato sfalciato e schiacciato e diverse piante sono state abbattute».

LA PORTATA DEL DANNO – «Gli esperti – prosegue il sindaco – ci segnalano che lo sfalcio con l’acqua così bassa, a causa della siccità di quest’anno, mette a rischio la ricrescita del canneto. Se a maggio il germoglio delle canne viene sommerso non spunta più, perché rimane soffocato.  La canna vecchia, quando presente, funge da sistema di aerazione (come una cannuccia) per il germoglio. E anche le bruciature del passato garantivano la persistenza di un mozzicone di canna vecchia che permetteva l’aerazione del germoglio. Il vecchio porto canale, al limite sud della conca, è stato dragato e riscavato accumulando la terra di riporto sui bordi.

UN GIOIELLO DELLA BIODIVERSITA’ – «In quest’ansa risiedevano le lenticchie d’acqua, specie rara che si trovava solo dove vi è dell’acqua sorgiva, così come le rarissime ninfee bianche. Vi erano anche le castagne d’acqua (anch’esse rare). Intorno al canale vi erano ontani neri e salici, un pioppo e 2 rovere, tagliati e portati via. Qui vi risiedeva una coppia di Picchio nero, specie rara. In tutta la Bruschera ve ne sono solo 3 coppie. All’interno del canneto stanziavano le Gallinelle d’acqua, le folaghe, tuffetti (molti), lo svasso maggiore, lo svasso piccolo, la moretta tabaccata (di queste 2 coppie, che si sono spostate all’imbocco del Ticino), anatre di passo (fischione, morette, moriglioni, canapiglie, mestoloni), il germano reale (anatra più presente in quest’area), le alzavole, il porciglione, l’airone cenerino, l’airone bianco maggiore, l’airone rosso, il tarabuso e il tarabusino. Tra i roditori si trovavano l’arvicola acquatica, il ratto comune, il campagnolo e l’importata nutria. Tra gli anfibi, la rana di lataste, la raganella, la salamandra, il rospo, la rana agile e la rana verde.  Tra gli insetti: libellule, effimere, coleotteri acquatici, notonetta e zanzare (nutrimento degli uccelli).  Tra i vermi ci sono le sanguisughe (anellide irudineo), il verme piatto (planaria). Sulla sponda Crostacei: gamberetto di acqua dolce. Molluschi: cozze di lago (unio e anodonta). Insomma, un universo variegato che neanche riusciamo ad immaginare. La vita, la natura oltre l’uomo, a cui qualche uomo ha voluto negare il suo habitat. Grazie a cacciatori, pescatori, ambientalisti e amanti dell’oasi, perché con il loro contributo abbiamo potuto vedere tutto questo».

Maria Carla Cebrelli
mariacarla.cebrelli@varesenews.it
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Pubblicato il 01 Marzo 2016
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