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Verbania, domani mobilitazione in difesa del Rojava e del popolo curdo in piazza Ranzoni

I manifestanti chiedono una presa di posizione forte del nostro governo contro l'intervento militare turco nella regione

Verbania, domani mobilitazione in difesa del Rojava e del popolo curdo in piazza Ranzoni I manifestanti chiedono una presa di posizione forte del nostro governo contro l’intervento militare turco nella regione

Sabato 19 ottobre alle ore 16 in piazza Ranzoni a Intra si svolgerà una mobilitazione in difesa del Rojava, la regione autonoma nel nord-est della Siria, costituitasi a seguito della guerra civile e considerata dai curdi una delle quattro parti del Kurdistan. Il Rojava e la popolazione curda sono in questo momento sotto l'attacco dell'esercito turco.

“La Turchia del dittatore Erdogan -scrivono i promotori della manifestazione- ha invaso con truppe e mezzi militari pesanti la Siria del nord, bombardando le postazioni curde. L’attacco al Rojava è l’espressione di piani per negare il sistema sociale istituito nella regione che consente una vita pacifica, radicalmente democratica, libera dall’oppressione di genere per tutti i gruppi etnici, religiosi e culturali della regione. Inoltre, lo spostamento di 2 milioni di profughi in quell’area comporterebbe un cambiamento della composizione demografica della regione, condizionandone la politica e sfruttandone la ricchezza secondo i propri interessi.

Già a partire dal 2011 la Siria è stata martoriata da una guerra che ha causato 250.000 vittime. Il conflitto aveva visto soprattutto donne e uomini dell’esercito curdo contrastare l’ISIS e costringerlo alla resa.

La nuova invasione del presidente turco Erdogan e il consenso del presidente USA Trump aggravano la già forte instabilità dell’area, l’Unione Europea non può rimanere in silenzio solo per paura che non venga rispettato l’accordo di mantenimento dei campi profughi dietro compenso di 6 miliardi di euro. Non sono accettabili nemmeno le recenti minacce di Erdogan di inviare milioni di rifugiati verso l’Europa”.

I manifestanti chiedono una presa di posizione forte del nostro governo nei confronti dei paesi della NATO contro questo “silenzio collettivo di fronte alle minacce di pulizia etnica”.

“L’Italia -precisano- deve: sollecitare l’immediato cessate il fuoco; dare mandato a una delegazione internazionale che garantisca in loco la fine delle ostilità, il rispetto dei confini e il diritto internazionale; aprire una sessione di discussione dedicata, tanto presso il Parlamento europeo quanto quello italiano; fermare subito l’export di armi ad Ankara; ritirare il contingente di 130 unità che opera in Turchia sotto l’ombrello della NATO nell’ambito dell’operazione 'Sagitta', a protezione del territorio turco contro un’eventuale minaccia missilistica proveniente dai territori siriani; attivarsi per un’iniziativa dell’Unione Europea affinché riveda gli accordi con la Turchia; congelare la cooperazione tra servizi segreti italiani e turchi; imporre sanzioni diplomatiche ed economiche a Erdogan e ai governanti di Ankara.

Il popolo curdo -concludono- sotto la guida di Abdullah Öcalan, si organizza e si difende da ben 40 anni: la resistenza a Kobane e la rivoluzione del Rojava, con il loro impegno per la libertà e l’uguaglianza, sono diventate una pratica e una speranza per le donne nel mondo. Tutte le lotte per la giustizia e la liberazione nel mondo risuonano nella rivoluzione della Siria settentrionale e orientale alla presenza dei popoli curdo, arabo, turkmeno, armeno, assiro e siriaco. Dobbiamo considerare questa come una corresponsabilità per l’uguaglianza e la democrazia. Dobbiamo mobilitarci, a partire da oggi, sabato 19 ottobre, in difesa del Rojava”.

Gli enti attualmente aderenti all’iniziativa sono: associazione 21 marzo, Anpi Verbania, ARCI, Articolo Uno, Cisda, Comune di Madonna del Sasso, Emergency, Libera VCO, Nonsoloaiuto, Partito Comunista Italiano VCO, Partito Democratico Vco, Pro Niger, Sinistra Italiana.

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Pubblicato il 18 Ottobre 2019
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