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La pesca è in crisi, servono giovani che si avvicinino a questa professione, Giorgio Brovelli lancia l’allarme

Le preoccuapazioni del presidente della Cooperativa Pescatori Acquacultori del Golfo di Solcio

La pesca è in crisi, servono giovani che si avvicinino a questa professione, Giorgio Brovelli lancia l’allarme Le preoccuapazioni del presidente della Cooperativa Pescatori Acquacultori del Golfo di Solcio

“La pesca è in crisi servono giovani che si avvicinino a questa professione perchè un lago senza pesca, che lago è? Non basta il turismo”. Ad accendere i riflettori sulla crisi del settore al recente convegno “I laghi d'Italia una risorsa” è stato il pescatore Giorgio Brovelli presidente della Cooperativa Pescatori Acquacultori del Golfo di Solcio.  Quella del pescatore è sempre stata la mia professione da quando avevo 18 anni fino ad oggi.  Ho  pescato con mio padre poi con altri amici – Ha raccontato con passione alla platea Giorgio Brovelli – quando ho iniziato eravamo 120 famiglie, che vivevano di pesca oggi siamo circa 20 in tutto il lago Maggiore. Io tutti giorni invito qualche giovane che  ha passione, si perchè se non c'è la passione non si resiste, ad avvicinarsi a questa professione. Le porte della cooperativa sono aperte perchè tra qualche anno rischiamo di sparire. Io faccio fatica a portare avanti la cooperativa siamo in sette andiamo a pescare tutte le notti. La nostra vita comincia a mezzanotte e finisce alle 2 del pomeriggio alle 16 andiamo a calare le reti e  questo tutti i giorni a parte Natale e Pasqua”.

 

Accanto alla pesca  la Cooperativa ha  unito altre attività un punto vendita e due ristoranti a Solcio.   “Proponiamo per il 95 per cento di pesce d'acqua dolce pescato da noi e un pochino di pesce di mare. Se non avessimo creato una cooperativa – dice Brovelli – i pescatori non sarebbero resistiti perchè la pesca non garantisce un guadagno sicuro. Ci sono degli anni che è redditizia e degli anni che non si guadagna neppure il carburante  per le imbarcazioni.

 

Partecipiamo ai mercati per far conoscere il pesce d'acqua dolce come lavarello e gardon persico, tinca, luccio, lucioperca. Sono soddisfatto di queste uscite a Verbania al giovedì al mercato riusciamo a portare l'80 per cento di pesce d'acqua dolce. Giovedì scorso a Verbania ho portato una tinca di 3 chili e mezzo ed è stata venduta intera. La clientela ha imparato a conoscere e a richiedere pesci di lago poco noti. Partecipiamo anche  ai mercati  di Arona, di Cameri di  Novara e di  Omegna . Una volta si pescavano quintali di pesce si portavano al grossista il quale li mandava in Francia e in altri posti e il nostro pesce nelle nostre località  era sconosciuto il fatto di riuscire a farlo apprezzare anche qui, è stato un successo importantissimo. Dopo sei anni di attese per motivi burocratici, ultimamente  sono riuscito a realizzare l'incubatoio ittico a Solcio di Lesa. Dal maggio dello scorso anno ad oggi abbiamo seminato un milione di avanotti di trota.

 

La pesca è dimenticata da tutti a Torino non sanno che esiste il lago Maggiore, figuriamoci i pescatori, non sanno neppure chi sono. Quando finirò io per quel che riguarda il basso lago non ci sarà più nulla. Un tempo ogni paese aveva due pescatori con una barca o due. Ma un lago come il nostro senza pesca che lago è. Abbiamo il turismo che è importantissimo ma il lago senza pesca e senza pescatori è un lago morto. Chi arriva delle nostre località deve potere gustare il pesce di lago”.

 

 

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Pubblicato il 08 Aprile 2019
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