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Baveno: maggioranza e opposizione ai ferri corti

Le opposizioni: sospendiamo il dialogo con una maggioranza sorda e autorefernziale

Baveno: maggioranza e opposizione ai ferri corti Le opposizioni: sospendiamo il dialogo con una maggioranza sorda e autorefernziale

BAVENO – Il tempo del dialogo, del confronto, della condivisione di scelte nell’interesse della cittadinanza è finito. Anzi, non è mai iniziato. E’ questo il senso della mancata partecipazione di “Obiettivo Comune” e “Baveno Futura” al consiglio di giovedì 28. “La goccia che ha fatto traboccare il vaso”, la definisce Camilla Cordero Zacchera (Baveno futura). Al di là della contestazione formale, il mancato rispetto dei termini di legge – 5 giorni lavorativi prima della seduta nell’invio della notifica ai consiglieri – “c’è una questione di sostanza”, aggiunge Marchioni. “Le nostre liste – spiega – insieme hanno superato il 50% dei voti alle ultime elezioni. Rappresentiamo la maggioranza dei cittadini, li rispettino”. “Dovevamo decidere entro il 30 sul Documento unico di programmazione e il mantenimento o la dismissione delle quote nelle società partecipate. Per questo abbiamo convocato una seduta straordinaria che, a differenza di quella ordinaria, consente un anticipo di soli 3 giorni. L’ho spiegato prima del consiglio ai 2 capigruppo”. “Peccato – obietta Marchioni – che sull’avviso di convocazione fosse scritto ‘Consiglio comunale’ senza specificare se si trattasse di seduta straordinaria o meno”. Uno degli intoppi, par di capire dalla dichiarazione del sindaco, sarebbe il servizio associato di segreteria con altri comuni: “Non possiamo disporre a piacimento del segretario, presta servizio anche altrove”.

Il nostro è un malcontento che covava da tempo – chiarisce Cordero Zacchera -. In più se una occasione, la maggioranza, ha contraddetto la denominazione di “Baveno Partecipa”.  Il caso più eclatante, riguarda il futuro della casa dell’anziano, Noi di abbinare il referendum comunale alle prossime politiche, per favorire la più ampia partecipazione possibile. Loro hanno optato per una consultazione a domicilio: moduli che i cittadini, se lo ritengono, possono compilare e restituire. Oltre che disincentivare la partecipazione che professano a parole, hanno scelto un metodo poco trasparente senza alcuna possibilità di controllare la regolarità del voto”.

Al sindaco, i due gruppi, pongono l’aut aut: o annulla il consiglio e lo riconvoca oppure ricorreranno al Tar, o alla presidenza della repubblica. “Per ora – anticipa Marchioni – ci limitiamo ad una lettera di richiesta al sindaco, inviata per conoscenza al prefetto con la speranza che la induca a più miti consigli”. In caso contrario, conclude “sono disposto a rischiare la decadenza dal consiglio, se dovessimo optare per il ricorso al Tar, in difesa dei diritti della maggioranza dei bavenesi che rappresentiamo. Lo riterrei un onore”. Marchioni ha ben presente il caso del verbanese Michael Immovilli che si dimise dalla presidenza della Victor Intra, per conto della quale aveva ricorso: “Lo consigliai io di farlo, ero il suo avvocato”. Anche Roberto Campana (5 Stelle) ritirò il ricorso, presentato al Tar insieme a quello del coordinamento, contro l’assenza dei revisori dei conti al consiglio sul consuntivo 2016 per rimanere in carica.

                                                                               

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Pubblicato il 29 Settembre 2017
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