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L’eccidio di Borgo Ticino raccontato agli studenti

L'articolo scritto dagli alunni della classe V Liceo scientifico Mericianum dopo l'incontro con una delle testimoni della strage nazista, Maddalena Gazzetta

Pubblichiamo l’articolo scritto dagli studenti del triennio del liceo scientifico Mericianum che hanno preso parte ad un incontro-testimonianza sull’eccidio di Borgo Ticino.

Lunedì 26 novembre al Centro Studi Angelo dell’Acqua di Sesto Calende, i ragazzi del triennio del liceo scientifico Mericianum hanno preso parte ad un incontro-testimonianza sull’eccidio di Borgo Ticino: era il 13 agosto 1944, quando 12 giovani, civili, furono uccisi da soldati della SS naziste e da militi della X Flottiglia Mas.
Le voci commosse delle signore Giovanna Gazzetta e della sorella Maddalena, che a soli 8 anni è stata testimone oculare del fatto, hanno spiegato un pezzo della storia locale ai ragazzi.
Un video-racconto dell’evento, prodotto dal comune di Borgo Ticino, ha presentato le testimonianze dirette di quelli che all’epoca erano solo degli adolescenti.
Dopo il filmato, la signora Maddalena ha esposto una ricostruzione personale di quanto vissuto con il coinvolgimento emotivo della platea. La sorella Giovanna ha poi spiegato l’iter giuridico che ha portato alla condanna del comandante tedesco E. Wadenpfuhl all’ergastolo e ad un risarcimento.

«Noi famigliari non vogliamo i soldi – spiega la signora Giovanna- il risarcimento è un atto di giustizia morale e sarà utilizzato per la creazione di una fondazione a memoria delle vittime».
Noi alunni ci siamo soffermati maggiormente intorno a questa domanda :"Chi è l’uomo per decidere la sorte di un proprio simile?". Forse quel compito non spetta a lui.
All’uomo, però, spetta solo il macabro incarico di riporre i cadaveri al cimitero, come testimoniato dal signor Sandro che, dopo tutti questi anni, continua ancora a vergognarsi delle proprie mani che hanno trascinato i suoi amici per offrire loro una degna sepoltura.
Sono momenti, quelli della guerra, che ti marchiano l’animo di dolore, sia per chi li ha vissuti in prima persona sia per chi non li ha subiti sulla propria pelle.
La signora Maddalena Gazzetta prova ancora commozione e lacrime nel ricordare le sensazioni provate quel 13 agosto quando suo zio fu strappato al mondo ingiustamente.
Dopo cinquant’anni di oblio e disinteresse, il processo finalmente riporta alla luce la verità proprio nell’ottobre di quest’anno e permette ai familiari di ricevere una degna giustizia per quelle dodici vittime della follia nazi-fascista, colpite per rappresaglia.
Nonostante si voglia rinchiudere la verità in luoghi bui e segreti, negli armadi nascosti, essa troverà sempre il modo per sconfiggere l’omertà e darà giustizia alle vergogne di cui l’umanità si è colpevolmente macchiata.

Dopo questo incontro prossimi impegni per i ragazzi saranno gli Open-day di sabato 01 dicembre dalle 9 alle 12 e di venerdì 14 dicembre dalle 17 alle 19.

Pubblicato il 28 Novembre 2012
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