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Calano i ricoveri, al Circolo si vede la luce in fondo a tunnel

Diminuisce la pressione sui reparti, trovato l’equilibrio fra accessi e dimissioni. “Iniziamo ora a vedere gli effetti del lockdown“

Generica 2020

Flessione dei ricoveri, dunque equilibrio fra accessi ai reparti e dimissioni, stop ai «salti mortali» per trovare altri letti, e a quel «gioco di incastri» che ha caratterizzato per la Asst dei Sette Laghi lescorse settimane con l’attivazione dei posti letto covid nelle strutture lontane dal capoluogo, come Cittiglio, Luino, Angera e Tradate (foto Asst dei Sette Laghi).

Ora sembra che la tregua sia arrivata. Dato che non riguarda la flessione dei positivi, valore che interessa relativamente ai medici che invece tarano il sistema a seconda dei ricoveri.

Per questo è fiducioso Francesco Dentali, direttore del reparto di medicina alta intensità dell’ospedale di Circolo e responsabile dell’hub covid perché in questi giorni si nota una diminuzione degli accessi ai reparti dopo le dure prove delle scorse settimane quando per far quadrare i numeri tutta l’azienda si è prodigata in uno sforzo senza precedenti per garantire la copertura, anche se alcuni pazienti sono stati trasferiti in strutture fuori provincia, aree che durante la prima ondata vennero assistite dalle strutture varesine, ma con numeri incommensurabili con quelli attuali: nella primavera scorsa all’apice delle cure gli ospedali di Varese accolsero un massimo di poco più di 300 pazienti covid, oggi si è arrivati a sfiorare i 700 posti letto, su di una capienza totale dell’Azienda di un migliaio di posti letto.

Si vede la luce in fondo al tunnel?

«Dieci giorni fa avevamo detto che con quei ritmi senza aiuti non saremmo andati avanti per tanto tempo. Qualche paziente è stato portato in aree meno colpite e questa è una cosa buona. Iniziamo ora a vedere gli effetti del lockdown», spiega il professor Dentali. Presto per cantare vittoria, «ma il sistema ha tenuto e per noi è la cosa fondamentale, anche per un punto di vista del morale. Tutte le persone che stanno lavorando qui sanno di aver fatto il massimo possibile per un a malattia che rimane drammatica».

«Il tasso di mortalità nelle persone più avanti con gli anni è molto molto alto. Sono un internista e non un virologo ma qualcuno diceva “attenzione che contiamo come morti di covid anche persone che non sono morte di quello”. Ma la verità è che molte delle complicazioni non riguardano solo insufficienze respiratorie, ma anche patologie cardiache, o ictus. È vero, spesso le persone che si ammalano hanno patologie pregresse e non aspettative di vita lunghe, ma proprio per questo il diritto di vivere 6 mesi o un anno in più è per queste persone fondamentale», aggiunge Dentali, con una specifica sui dati dei contagi di questi giorni, molto variabili di giorno in giorno: «Vanno letti con una cadenza settimanale, non quotidiana. Quello che a noi medici interessa ad oggi è il numero dei ricoveri in ospedale».

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Pubblicato il 23 Novembre 2020
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