Quale futuro per l’ospedale di Angera? La preoccupazione del consigliere Astuti
Il consigliere democratico lancia l'allarme dopo che cinque dei 9 componenti del tavolo di lavoro si sono dimessi per l’impossibilità di lavorare al rilancio dell’ospedale
Tutti lo attendono da almeno un anno. Poi, causa emergenza sanitaria, il processo riorganizzativo delle aziende ospedaliere è rimasto bloccato. Oggi il tema ritorna caldo, con manovre già in atto ma, almeno sino ad oggi, nessuna notizia del fantomatico “POAS” il piano organizzativo che ogni azienda ospedaliera deve darsi.
La sensazione è che si stiano assumendo alcune decisioni strategiche indicative senza, però, che si possa leggere nero su bianco il modello perseguito dalla direzione strategica aziendale.
Samuele Astuti, consigliere regionale del PD, lancia l’allarme sul futuro del presidio ospedaliero di Angera: « La Regione non mantiene le promesse. Cinque dei 9 componenti del tavolo di lavoro istituito dal Consiglio comunale di Angera si sono dimessi per l’impossibilità di lavorare fattivamente al rilancio dell’ospedale. Un segnale gravissimo, che evidenzia ancora una volta come il destino della struttura sia a rischio, nonostante le ripetute promesse di tanti esponenti della maggioranza regionale di dare pieno sostegno alla prosecuzione dell’attività di assistenza e potenziare la rete di emergenza- urgenza.
Ribadiamo ancora una volta che l’ospedale deve essere messo nelle condizioni di operare come ha sempre fatto negli anni. Per questo è necessario un chiaro piano di sviluppo. Chiediamo alla Regione di rendere finalmente noto, il Piano di organizzazione aziendale strategico (Poas) che attendiamo da due anni. La giunta Fontana, ancora una volta, dimostra di non avere imparato nulla dall’emergenza sanitaria degli ultimi mesi e di non essere in grado di avviare la minima pianificazione necessaria a un buon funzionamento del sistema sanitario».
La riorganizzazione, ripensata dopo l’esperienza del Covid, dovrebbe portare alla costruzione di una rete di assistenza aziendale, con l’ospedale di Varese al centro della rete e gli altri presidi con vocazioni specifiche, legate al bacino di riferimento e alla casistica.
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