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Superbonus 110: “Ho presentato un esposto in Procura a Varese. Arriverò fino alla Corte Europea e poi lascio l’Italia”

Parla G.M. l'autore dell'esposto: "Su questa materia sono stati fatti ben 34 interventi legislativi nel giro di tre anni. Altro che certezza del diritto, come cittadino mi sento preso in giro"

Generica 2020

«Ho appena fatto un esposto alla Procura della repubblica di Varese  per capire se ci sono stati comportamenti penalmente rilevanti nella vicenda relativa al Superbonus 110 e comunque non mi fermerò e arriverò alla Corte Europea». A parlare è G.M., un varesino che come tanti altri a suo tempo aveva deciso di usufruire del Superbonus 110  l’agevolazione fiscale  prevista dalla legge n. 77 del 2020. Era un’occasione perché La norma prevedeva una detrazione del 110% delle spese sostenute per interventi specifici finalizzati all’efficienza energetica e al consolidamento statico  e alla riduzione del rischio sismico degli edifici.

IL SISTEMA È BLOCCATO

G.M. ha sempre osservato i requisiti e le scadenze richiesti dalla legge che disciplina il Superbonus 110. Eppure, dopo tre anni, si ritrova ancora con la casa ridotta a un cantiere, i lavori non terminati con la prospettiva di doverli pagare di tasca sua. Aveva scelto infatti la formula della cessione del credito verso lo Stato all’impresa appaltatrice che, a sua volta, per ottenere la liquidità necessaria per proseguire i lavori, poteva cederlo a una banca. Quello che è accaduto è ormai storia nota: le banche da un certo punto in poi non hanno più accettato di acquistare questi crediti di imposta perché non sarebbero riuscite a detrarli nei 4 anni previsti a causa del numero consistente dei crediti già acquistati.
E così molti cittadini italiani, pur avendo rispettato le prescrizioni normative, si sono ritrovati in mezzo al guado, con la casa ridotta ad un cantiere e senza la possibilità di far continuare i lavori.
«Il Governo ha continuato a prorogare i termini – spiega G.M. – senza preoccuparsi di incentivare le banche ad acquisire quei crediti di imposta rimasti in pancia alle imprese. Su questa materia sono stati fatti ben 34 interventi legislativi nel giro di tre anni. Altro che certezza del diritto, come cittadino mi sento preso in giro».

FARE CHIAREZZA SULLE TROPPE ANOMALIE

L’esposto del varesino chiede alla procura di fare luce su una serie di anomalie a partire dal rapporto tra i responsabili degli apparati governativi e amministrativi dello Stato e il sistema bancario in ordine alla previsione  della misura superbonus 110 e dei possibili rischi, fino alla mancata attuazione, del Governo Draghi prima e Meloni poi, delle soluzioni ragionevoli e fattibili al problema generato dal rifiuto delle banche di acquisire i crediti fiscali generati dall’incentivo statale.
Secondo G.M., i rimedi ragionevoli c’erano ed erano praticabili: «Non andavano bloccati gli interventi di alcuni enti territoriali, in particolare quelli di regioni e comuni, di acquistare i crediti di imposta legati al Superbonus 110, creando di fatto una discriminazione all’interno del territorio nazionale tra cittadini e imprese che grazie alla cessione del credito hanno potuto terminare i lavori. Si potevano attivare le grandi partecipate dello Stato a cominciare da Cassa depositi e prestiti e Poste italiane che avrebbero avuto un effetto positivo come nel caso di alcune partecipate regionali».

LASCERÒ L’ITALIA
Gli esodati del Superbonus 110 sono tanti.  È stato costituito un comitato che, grazie alle piattaforme informatiche, ha permesso a una enorme quantità di persone di poter esporre il proprio problema, di confrontarsi e condividere una strategia comune. «Eravamo così tanti – conclude G.M. – che abbiamo dovuto cambiare piattaforma. Presenteremo esposti in tutte le procure e siamo pronti a ricorrere fino alla Corte Europea per far valere i nostri diritti. Una volta finita questa storia lascerò l’Italia».

Pubblicato il 29 Aprile 2024
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