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Confartigianato, dal lockdown danni per 40milioni di euro alle pasticcerie piemontesi

Il Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte Felici:“Gli artigiani non possono vendere dolci a Pasqua, i supermercati sì. Ancora una volta si penalizzano micro e piccole imprese

Niente uova, colombe e specialità di pasticceria artigiana sulle tavole pasquali. Ne vieta la vendita un’interpretazione governativa del Dpcm dell’11 marzo 2020 in materia di contenimento dell’emergenza Covid-19, in base alla quale le imprese artigiane di pasticceria, obbligate alla chiusura, non possono vendere i loro prodotti nemmeno attraverso la modalità di asporto che è consentita invece ad altre attività, mentre è consentita la consegna a domicilio.

Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte: “Gli artigiani non possono vendere dolci a Pasqua, i supermercati sì. Ancora una volta si penalizzano micro e piccole imprese con interpretazioni burocratiche ottuse. Per il ‘dopo’ servirà una grande ed immediata iniezione di liquidità”.

“Siamo i primi a rispettare le regole per difendere la salute dei cittadini – afferma Alessandro Del Trotti, referente produttori dolciari di Confartigianato Piemonte – Ma non accettiamo un’interpretazione della norma che si traduce in una palese e assurda penalizzazione delle nostre produzioni, a vantaggio di altre tipologie di prodotti di pasticceria. Così si colpiscono le nostre aziende e si nega libertà di scelta ai consumatori”.

Pubblicato il 06 Aprile 2020
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