E il greto del fiume si trasforma in museo
Nel letto del Giona in secca realizzate anonime installazioni con sassi e tronchi d'albero

Un recinto di fil di ferro, un totem stilizzato, dei menhir in miniatura.
Un piccolo museo a cielo aperto nel letto prosciugato del torrente Giona.
Da giorni qualcuno ha dato sfogo all’estro creativo raggiungendo il greto del fiume dall’argine a valle del ponte percorribile anche a piedi.
Il materiale per comporre le bizzarre sculture è stato trovato in abbondanza in loco: pietre levigate dalla forza delle acque di questo affluente del Maggiore, ma anche tronchi in alcuni casi piuttosto grossi e ingombranti portati dalle piene e mai rimossi dal demanio.
In molti, passando sul ponte hanno visto in questi giorni le sculture.
Difficile risalire agli autori di quest’arte a metà strada fra l’installazione contemporanea e il culto del sole: c’è chi sostiene che non sia opera di artisti in erba ma di veri e propri esecutori di opere con materiali che le acque, prima o poi si porteranno via.
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