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La Chiesa di San Gemolo in Ganna riapre le sue porte per la Santa Messa di Natale

La sua chiusura per i restauri, che l’avevano resa inagibile, aveva provocato nei gannesi un vuoto. Ora riaprirà ma i debiti contratti per il restauro sono ancora tanti e per questo don Angelo confida molto nel contributo dei suoi parrocchiani

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(A cura di Cesi Colli)

Chi vive a Ganna da sempre sente la Badia come parte integrante del suo paese e del suo vissuto: adagiata in silenziosa armonia nel paesaggio, respira bellezza fin dal primo sguardo e attrae per il suo silenzio. Una bellezza essenziale, ma molto intensa, che accende uno stupore e un’emozione che aprono il cuore alla riscoperta di un Dio che non lascia al caso le cose che fa, ma ama raccontarsi con tracce e indizi del bello.

La sua chiusura per i restauri, che l’avevano resa inagibile, aveva provocato nei gannesi un vuoto: si sono sentiti orfani perché la chiesa è “la loro casa”, luogo di forte spiritualità, che li ha accolti e accompagnati all’incontro con Cristo dal giorno del Battesimo per tutta la loro vita. Da qui la gioia grande per questa riapertura, momento di rinascita e speranza per tutta la comunità.

La Badia, risalente alla metà dell’ XI secolo, è dedicata a san Gemolo ed è un pregevole scrigno in cui fede, spiritualità, arte, storia e natura sembrano fondersi in un unico scenario: lo spirituale si unisce all’incanto della natura, all’eccezionale corredo artistico e al lavoro dell’uomo. L’abbazia, infatti, custodisce bellissimi affreschi sia sulle volte che sulle pareti ed un chiostro pentagonale, rigoroso, ma suggestivo.

Ogni volta che si entra, percorrendo il vecchio pavimento della navata centrale, non si può fare a meno di pensare ai milioni di passi che, prima dei nostri, lo hanno solcato, alle preghiere, alle invocazioni e alla fede raccolta tra queste mura. Se si chiudono gli occhi, sembra di sentire ancora le preghiere dei monaci benedettini… allora spontaneamente si entra in colloquio con quel Dio che ci guarda, ci chiama, ci parla e suscita in noi la risposta fiduciosa.

Oggi la Badia è non solo un monumento storico, ma un luogo vivo e pulsante di attività religiose perchè sede della Parrocchia, ma anche culturali, per la presenza di un museo, che raccoglie testimonianze della storia del territorio, e dell’Associazione Amici della Badia, che propone incontri musicali e conferenze di ottimo livello. L’abbazia non era più riscaldata e nei mesi invernali era impossibile tenere qualsiasi celebrazione, considerando che Ganna è da sempre ritenuto il paese più freddo del Varesotto.

Nel 2019, infatti, era saltata la vetusta caldaia, che riscaldava poco e consumava tanto. Allora con il parroco, don Angelo Colombo, come ci ha spiegato Franco Cabrele della Commissione Affari Economici, si è deciso di iniziare il lungo e complicato iter tecnico-burocratico per dotare la chiesa di un nuovo impianto di illuminazione e di un adeguato impianto di riscaldamento, che avrebbe comportato un notevole risparmio sulle spese ed elevato il comfort delle persone.

Per portare calore a tutti, se l’afflusso dei fedeli è scarso è stata creata sotto l’altare e le panche una pedana riscaldata elettricamente, che non danneggia la pavimentazione, mentre, se ci sono molti fedeli, invece, entra in funzione un riscaldamento ad aria di ultima generazione.

Come in tutte le chiese medioevali, la luce che penetra dall’esterno è poca e l’interno di questo luogo di preghiera e di raccoglimento è tenuamente rischiarato. Il nuovo impianto di illuminazione ha creato l’atmosfera perfetta per far brillare e splendere le peculiarità architettoniche e pittoriche della Badia. E’ il respiro che ha riportato alla vita questa struttura: nella sua nuova luce, l’ambiente è diventato più piacevole e solenne, più ricco di incanto, di poesia e di stupore davanti alla preziosità degli affreschi.

L’inaugurazione avverrà con la S. Messa di Natale a mezzanotte, ma già un anticipo si è avuto con la S. Messa di sabato 16 dicembre. E’ così finalmente finito l’esilio forzato nel teatro parrocchiale: la comunità ha di nuovo la sua chiesa, dove poter celebrare e pregare. E’ un segno bellissimo che questo avvenga nel tempo natalizio perchè il mistero della venuta di Gesù in mezzo agli uomini è un evento di luce: “La luce splende nelle tenebre e le tenebre non possono vincerla” (Gv 1,5). La luce splendente della nostra chiesa ci ricorda, inoltre, che noi cristiani siamo chiamati ad essere “luce del mondo”.

La chiesa era gremita e ha commosso la bella omelia di don Angelo, piena di affetto per la sua chiesa e i suoi fedeli. Pareva un padre che dopo tanto lavoro e anche tante fatiche consegnava ai suoi figli una cosa bella :”Che bella! Mai vista così la nostra chiesa…calore che sale, calore che scende e ci scalda il cuore…”. Ha ricordato che la luce ha riportato la Badia ai suoi antichi splendori, ma fa vedere anche i danni del tempo, che la chiesa non è nata con noi e non finirà con noi, quindi spetterà anche a chi verrà dopo di noi continuare il restauro, ricordando che se è indispensabile il nostro impegno, non siamo soli perché il Signore è con noi, felice di essere ritornato nella sua casa.

Ha ringraziato la Curia Diocesana, che ha aiutato nel trovare i finanziamenti da parte della Cei e della Fondazione Lambriana, la Commissione Affari Economici, il Consiglio Pastorale e tutti coloro che hanno aiutato a pulire e rendere lucente la chiesa. I debiti contratti per il restauro sono, però, ancora tanti e il mantenimento di un edificio così antico e delicato ha costi elevati, quindi don Angelo confida molto nel contributo dei suoi parrocchiani, che hanno sempre voluto bene alla loro chiesa.

Pubblicato il 19 Dicembre 2023
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