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Il nuovo murale che ricorda Antonio Greppi, angerese primo sindaco di Milano dopo la Liberazione

Socialista, fu il sindaco della ricostruzione dopo la guerra: compare con altri quattro sindaci nel nuovo murale del progetto Orme - Ortica Memoria. Durante la Resistenza Greppi aveva perso il figlio Mario

Generico 24 Apr 2023

A Milano un nuovo murale omaggia (insieme ad altre quattro) la figura di Antonio Greppi, originario di Angera, socialista, primo sindaco di Milano liberata. Il murale è stato realizzato in pieno centro, in via Lupetta, fa parte del progetto “Ortica Memoria” e ricorda cinque “sindaci ribelli”: cinque oppositori del fascismo, accomunati dalla partecipazione alla Resistenza e poi dall’esperienza appunto da sindaci della metropoli.
Cinque storie politiche diverse, ma con un forte impegno in comune: l’affermazione dei valori democratici e della libertà.

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Un murale per i "sindaci ribelli" 4 di 25

Nato ad Angera sul lago Maggiore, Antonio Greppi era un socialista, iscritto al partito dal 1919, l’anno in cui le squadre di picchiatori fascisti iniziarono a manganellare. Nell’agosto 1944 perse il figlio Mario, ucciso a Milano dai fascisti durante una missione di collegamento per conto della brigata partigiana di cui faceva parte, la VIII Matteotti (a Mario Greppi è oggi intitolata la via centrale del borgo antico di Angera).

Dopo quella perdita Antonio Greppi – prendendo idealmente il posto del figlio – diventò il referente politico della brigata Matteotti attiva in Ossola: al 25 aprile 1945 i “matteottini” scesero a Milano dall’Ossola, a disposizione di Greppi, che il 27 aprile divenne primo sindaco di Milano liberata, indicato dal CLN, vale a dire dal comitato che riuniva tutti i maggiori partiti democratici.

La VIII Brigata Matteotti costituì così il primo reparto partigiano incaricato di tenere l’ordine pubblico, mentre ancora infuriavano i combattimenti con fascisti e tedeschi (diversi “matteottini” entrarono poi nei vigili urbani, i “ghisa” di Milano). Tra fine aprile e inizio maggio Greppi cercò di contenere la violenza in città, che – accanto alle condanne a morte inflitte dai tribunali di guerra – vedeva anche regolamenti di conti e molta criminalità comune (la città, dopo cinque anni di guerra imposta dal fascismo, era allo stremo).

Nella sua amministrazione durata fino al 1951 Greppi impostò la politica fiscale del Comune per ottenere risorse certe per ripristinare i diversi servizi e dare risposta al grave problema della casa, che affrontò anche con la costruzione delle “case minime”, alloggi prefabbricati e provvisori realizzati anche nel mezzo degli spaziosi viali di periferia. Fece scelte lungimiranti anche dal punto di vista della cultura, con un forte impegno pubblico: non a caso tra i primi monumenti ricostruiti a Milano ci fu il teatro alla Scala, che aveva prestigio internazionale. Diede priorità anche alla riapertura dell’accademia di Brera, con al direttrice Fernanda Wittgens, recentemente protagonista anche di una serie televisiva.

Nel nuovo murale, appena sopra il ritratto di Greppi si trova il ritratto del sindaco Aldo Aniasi, che è in qualche modo legato alla figura di Greppi perché combatté come comandante partigiano in Ossola: nativo di Palmanova in Friuli, Aniasi divenne il “comandante Iso”, alla guida dei garibaldini della II Divisione Redi. Nel dopoguerra fu sindaco di Milano dal 1967 al 1976 e poi fu due volte ministro della Repubblica.

Il murale ricorda poi anche Virgilio Ferrari, Gino Cassinis, Pietro Bucalossi, anche loro con esperienze antifascisti e resistenti.

murale sindaci milano

Non a casi il murale è stato inaugurato nella giornata del 25 aprile. L’opera è stata realizzata dal collettivo artistico Orticanoodles e dall’associazione OrMe – Ortica Memoria di Milano, in collaborazione con FIAP e Fondazione Aniasi, con il patrocinio del Comune di Milano e con la collaborazione dell’ufficio Arte negli Spazi Pubblici del Comune di Milano.

L’opera fa parte del più ampio progetto “OrMe sulla città” dell’associazione OrMe – Ortica Memoria di Milano, e si aggiunge alle decine di murales che compongono il primo museo a cielo aperto di Milano dedicato alla Memoria e alla città, dove la storia è scritta sui muri: partita dal quartiere periferico dell’Ortica, il progetto tocca oggi tutta la città (quest’ultima opera è in via Lupetta 8, nella zona del Carrobbio l’area più antica di Milano).

OrticaMemoria, il quartiere che si racconta con i murales

 

Alla cerimonia di inaugurazione hanno partecipato: il Sindaco di Milano, Giuseppe Sala, la Prorettrice Vicaria dell’Università degli Studi di Milano, Professoressa Maria Pia Abbracchio, il Presidente del Municipio 1, Mattia Abdu, il Presidente dell’associazione OrMe – Ortica Memoria di Milano, Serafino Sorace, il Presidente di FIAP, Luca Aniasi. E poi Fiorella Imprenti, Membro della Presidenza della Fondazione Aniasi, Walter Contipelli del collettivo artistico Orticanoodles, Antonio Quatela, storico.

«Il legame tra gli anni della Resistenza e il governo della cosa pubblica, in particolare l’esperienza amministrativa comunale, non fu casuale. Non lo fu certo per Aldo Aniasi che, in armi, nell’estate del 1944, difese la Libera Repubblica dell’Ossola e vide quanto quell’esperienza di autogoverno fu fondamentale nell’individuare le priorità per una vita libera» ha spiegato Luca Aniasi, presidente della FIAP, associazione dei partigiani d’impronta riformista e democratica (ancora oggi attiva accanto ad Anpi e alla cattolica FIVL).

murale sindaci milano

«Istruzione, salute, lavoro e la prassi di una democrazia partecipata e sorretta da una spinta popolare, dal basso. Tutti punti fermi capaci ancora oggi di dare senso e passione a una politica che sia trasformativa e che metta al centro l’essere umano. Ecco perché siamo particolarmente contenti del luogo scelto per questa opera d’arte, che rappresenta in qualche modo un passaggio di testimone alle giovani generazioni».

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 26 Aprile 2023
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