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Il Circolo Sestese “dona un sorriso” ai bambini ucraini

Grazie a una raccolta fondi al campus estivo sono stati ospitati una decina di bambini ucraini. "Gli sforzi della comunità sul territorio hanno creati una rete solidale"

Aiuti Ucraina

“Anche un piccolo gesto può fare la differenza e regalare un sorriso a un bambino scappato dalla guerra in Ucraina”. È questo quello che è successo a Sesto Calende dove la comunità, dalle aziende del territorio ai singoli cittadini, si è unita per aderire all’appello del Circolo Sestese.

Nelle scorse settimane l’associazione ha infatti lanciato una raccolta di donazioni in modo tale che i bambini ucraini ospitati nella città tra Ticino e Lago Maggiore potessero partecipare alle giornate del campus estivo dedicato ai ragazzi.

«Anche noi vogliamo fare la nostra parte all’interno della comunità accogliendo come ospiti i bambini rifugiati in forma totalmente gratuita. Per farlo, però, abbiamo avuto e abbiamo tutt’ora bisogno di una mano – spiega il presidente Alberto Quaglini -. Fortunatamente il nostro stimolo si è trasformato in una vera e propria rete di solidarietà; molte persone hanno allargato il proprio cuore, si sono rese volenterose di condividere ospitalità. Se non fosse stato per i donatori, a partire dai partner del campus ( Lido Okay, Wave, Verbella, Lisanza Sporting, Rojac e la Sd Mago Libero) che si sono corresponsabilizzati, avremmo avuto non poche difficoltà nel permettere quest’iniziativa».

Sono una decina i ragazzi che attualmente stanno frequentando le giornate estive organizzate dal Circolo sestese. Tra di loro i più grandi comunicano in un “ottimo inglese”, mentre quelli più piccoli riescono comunque a divertirsi e farsi capire con la forza degli sguardi e dei gesti: «È bello vedere come i ragazzi solidarizzino molto tra di loro, a differenza degli adulti forse sono più portati a comprendere il dramma della guerra vissuto dai dei loro coetanei, a volte anche con domande semplici ed empatiche sulla vita di tutti i giorni – sottolinea Quaglini -. Come organizzatori tentiamo di far vivere quest’esperienza in modo costruttivo sia per i nostri ospiti sia per i giovani sestesi: il nostro obiettivo è quello di poter integrare tutti i partecipanti e cogliere un arricchimento dal punto di vista umano e una capacità di lettura dei fenomeni che governano il mondo».

Nei piani di Quaglini e dell’associazione c’è anche la realizzazione di una grande giornata di festa, aperta a tutti, alla fine del campus: «Stiamo cercando di organizzarla, rappresenterebbe l’occasione ideale per chiamare tutta la comunità ad ascoltare testimonianze le voci di chi è fuggito dalla guerra, che va sempre ripudiata. Nei primi giorni dopo lo scoppio della guerra – ricorda Quaglini – gli ucraini sul territorio di Sesto Calende erano quasi 250, oggi sono una settantina. La maggior parte cerca di tornare a casa, in particolare chi vive nella parte occidentale del Paese dove i focolai di guerra si sono allontanati, ma c’è anche chi è intenzionato a cercare lavoro per rimanere a vivere qui, come nel caso di una “famiglia sestese”».

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Pubblicato il 23 Giugno 2022
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