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Funghi, parte la stagione sotto il segno dell’incertezza

I consigli: seguire le buttate in quota nel Luinese, in Valcuvia potrebbe partire la stagione nella prima decade del mese

Porcini in Valceresio - foto di Andrea Betti

Come di consueto interroghiamo l’agronomo ed esperto micologo Valerio Montonati per capire quale sia, alla vigilia della stagione, la tendenza per l’autunno 2020 in materia di funghi. Ecco il suo intervento.

Ad oggi la stagione dei funghi 2020, già avviatasi in maniera zoppicante, almeno per le nostre montagne, si presenta alquanto incerta e subito condizionata da una serie di eventi che ci invitano alla riflessione.

Prima di parlare dei gustosi funghi che tutti ci auguriamo di raccogliere in abbondanza mi
sento di fare un appello a tutti gli appassionati affinché una bella escursione non rischi di
finire con grosse difficoltà se non addirittura in una tragedia.

Le notizie di questi giorni di un giovane uomo trascinato via dal torrente Molinera nella
zona del lago Delio, tuttora disperso, ci invitano ad usare una grande attenzione fin dalla
pianificazione delle nostre uscite sulle montagne. Gli attuali strumenti di previsione
meteorologica, infatti, ci permettono di sapere con largo anticipo se si verificheranno
piogge particolarmente intense e tali da far sconsigliare qualsiasi uscita, specie in zone
particolarmente impervie ed ancor più se poco conosciute.

L’invito, quindi, è quello della massima prudenza e, se una pioggerella battente ma innocua può anche far mettere in previsione una “lavata” a fronte di una sicura raccolta, condizioni di piogge intensissime, causa anche di pericolosi franamenti sulle strade di accesso alle montagne (anche qui la cronaca di questi giorni abbonda di casi importanti), con il sempre possibile
coinvolgimento delle auto in transito, debbono farci desistere in attesa di un tempo stabile
che potrà offrirci delle soddisfazioni in assoluta sicurezza specie se ben equipaggiati, in
forma fisica e su tracciati congeniali alle nostre capacità. Un cestino di funghi non vale una vita, anzi anche un singolo fungo, posto in un punto “rischioso” non vale la propria
“Ghirba”, meglio lasciarlo lì affinché disperda le proprie spore per diffondere la specie.

Tornando alla stagione micotica, a mio parere l’annata presente sta tornando sui ritmi del passato con buttate in quota, nelle abetine, che si sono evidenziate solo nelle ultime settimane con scarsa produzione di porcini estivi (almeno sul complesso del Lema) salvo eccezioni di cui si hanno avuto notizie (pubblicazioni di foto su social media) come l’alta
bergamasca che quest’anno sembrerebbe essere la “Terra promessa del porcino”.

Sui monti del Verbano penso che potrebbero esserci le prime “buttate” consistenti tra la fine del presente mese di agosto e la prima decade di settembre visto l’andamento climatico non particolarmente caldo da maggio/giugno ad oggi; mentre le zone prettamente prealpine potranno esprimersi ancora più tardi.

Nella giornata del 30/8, infatti, ho fatto un giretto sul Campo dei Fiori (da Velate alta al monte san Francesco) e, a parte la devastazione dei boschi, con un tratto di circa un ettaro, poco sotto le rovine del vecchio monastero, che evidenzia pochissime piante sopravvissute all’incendio del 2017 e che, insieme ad altre macchie completamente secche ed evidentissime, andrebbe pulito e ripiantumato velocemente prima che la natura “reagisca” come sa e come stiamo vedendo in questi giorni sull’intero arco alpino, non ho osservato alcun fungo salvo qualche raro “Scleroderma” o falsa vescia, segno che l’evoluzione dei miceti è ancora in dietro.

Tuttavia nel “Mondo dei funghi” nulla è scontato e questi “Strani esseri” sono sempre in
grado di sorprenderci con grandi fioriture di carpofori quando meno ce lo aspettiamo.

Valerio Montonati

Pubblicato il 01 Settembre 2020
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