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Slitta l’apertura delle discoteche, l’amaro sfogo del proprietario del Trocadero

Il gestore del Trocadero: “Non c’è equità di trattamento, sembra di essere presi di mira dalla politica”

Tra le attività che hanno riaperto e quelle in procinto di ripartire, le discoteche sono probabilmente state le più colpite dalla crisi del coronavirus, infatti sono state le prime a chiudere il 23 di febbraio e la data di riapertura è nuovamente slittata al 15 luglio.

Uno slittamento che, tutto sommato, non è il peggiore dei mali stando a quello che ci racconta Tiziano “Tanza” Tanzarella, proprietario del Trocadero di Domodossola: “Ad oggi i protocolli sarebbero impossibili da realizzare, il mantenimento della distanza sociale di due metri significherebbe che ogni persona dovrebbe occupare uno spazio di 16 metri quadrati”.

Anche l’orario di chiusura imposto dalla Regione Piemonte non aiuta i gestori delle sale da ballo, la una di notte è l’orario in cui, normalmente i clienti delle discoteche iniziano ad arrivare.

Gli aiuti che il Governo e gli enti locali hanno messo in campo per il turismo e il commercio non sono significativi per poter mantenere in vita le discoteche, i 600 euro sono irrisori a fronte delle spese che una struttura come il Trocadero deve sostenere pur rimanendo chiusa.

Anche dove sarebbero previsti gli aiuti – continua con amarezza Tanza – alle discoteche vengono tolti, pensiamo solo alla rata dell’Imu: per rilanciare il turismo agli alberghi viene abolita, mentre per noi discoteche non solo siamo tenuti a pagarle ma il governo ha stralciato gli stabili della categoria “D” [categoria dove rientrano le discoteche e luoghi di divertimento NdA]  escludendoli dalla proroga al 16 di settembre, quindi per non pagare la multa saremo costretti a pagare il 16 giugno, cosa molto difficile dopo quattro mesi senza aver incassato un euro. Una discoteca come il Troca paga l’Imu come una fabbrica della stessa superficie, solo con la differenza che la fabbrica lavora 24 ore al giorno, mentre una discoteca lavora in media 200 ore all’anno”.

L’adeguamento alle norme anti contagio è molto oneroso, le barriere in plexiglas sul bancone dei bar, nel caso del Trocadero, si estenderebbero per una quarantina di metri e anche gli addetti alla sicurezza necessari per la riapertura avrebbero un costo importante: “per mantenere la distanza sociale – analizza Tanza -dovrei fare entrare duecento persone e, per la normativa, dovrei assumere almeno dieci addetti della sicurezza che tutte le volte che qualcuno si avvicina a meno di due metri li faccia allontanare. Oltretutto all’ingresso dovrei misurare la febbre a tutti, annotare il nome, numero di telefono e temperatura di chiunque entri e, nel caso qualcuno risulti positivo, telefonare a tutti quelli che erano presenti quella sera e comunicargli che devono fare quattordici giorni di quarantena. Avrebbero paura e non entrerebbero più”.

Ciò che più fa specie a Tanza è la disparità di trattamento: “non c’è equità di trattamento tra i bar, le piazze e le discoteche, sembra di essere presi di mira dalla politica. Quando i ragazzi vengono qui dopo la una di notte io garantisco la sicurezza e l’ordine, se non apro non è che vanno a casa a dormire alla chiusura dei locali, rimangono comunque in giro con la bottiglia di vodka comprata al supermercato, il controllo delle forze dell’ordine su tutto il territorio diventa molto difficile.

Tieni conto che il 25 di giugno – continua Tanza – potranno riprendere gli eventi sportivi di contatto, la gente potrà andare a picchiarsi su un ring ma non può andare a ballare”.

Tiziano ci fa notare che la discoteca non è solo una questione di giovani: “Per molti anziani di Domo e d’intorni il Troca è è uno dei pochissimi luoghi di aggregazione dove possono ballare, o se non altro ascoltare , il liscio. Quest’anno sarà molto dura anche per loro, dopo due mesi nella solitudine della quarantena non avranno più spazi per sentire un po’ di musica dal vivo, visto che anche le feste campestri questa estate non ci saranno”.

Per ora Tanza, come del resto tutti gli altri gestori di locali da ballo, tiene d’occhio l’evolversi della situazione: “Stiamo alla finestra, quando si potrà ripartire cercheremo di fare il massimo”.

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Pubblicato il 15 Giugno 2020
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