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Nel capannone del missile anche due portarazzi per aerei Aermacchi

Prosegue la perquisizione dell'hangar di Voghera dove è stato trovato il missile Matra nell'ambito dell'inchiesta sull'estremismo di destra della Procura di Torino: i due lanciarazzi sono compatibili con l'MB339

aermacchi mb339

Le perquisizioni all’interno del capannone di proprietà di Alessandro Monti (varesino residente a Lugano) proseguono. Dopo la scoperta del missile aria-aria Matra, proveniente dall’aviazione militare del Qatar, spuntano fuori anche alcuni portarazzi per aerei da addestramento Aermacchi MB339 (foto), in dotazione anche all’aeronautica militare italiana.

Il lavoro degli inquirenti prosegue per scoprire cosa è stato immagazzinato all’interno dell’hangar dell’aeroporto turistico di Rivanazzano, al centro dell’inchiesta della Procura di Torino e della Digos su un traffico di armi collegato ad un gruppo di estremisti di destra che avrebbe anche stretti legami con gruppi armati operativi in Donbass (Ucraina) dove è in atto una guerra che prosegue da anni tra l’Ucraina e gruppi armati di filorussi che vogliono staccare la regione da Kiev.

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Sono in tutto tre i varesini coinvolti nell’inchiesta: oltre ad Alessandro Monti c’è Fabio Bernardi, pilota d’aereo e commerciante di pezzi di ricambio che su facebook dice di essere di Busto Arsizio, e il sessantenne Fabio Del Bergiolo, residente a Gallarate e nella cui abitazione sono state trovate centinaia di armi (alcune, pare, da guerra), che oggi verrà interrogato dal giudice per le indagini preliminari.

Proprio attorno alla figura del gallaratese ruota gran parte dell’indagine: è lui che avrebbe preso contatti con miliziani attivi nel Donbass e anche con un funzionario di uno stato estero, per la vendita del missile.

Pubblicato il 18 Luglio 2019
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