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Condanne per i “pirati” del Verbano

Furto, riciclaggio, falso e truffa i reati contestati per i fatti che si riferiscono a sei anni fa

Avarie

Sette persone di fronte al giudice questa mattina per la sentenza del processo per i “Pirati” del Lago Maggiore.

Si chiamava così l’operazione dei carabinieri di Luino che nel 2012 portò  ad una raffica di arresti, cinque, nelle province di Varese e Como.

La banda, composta in totale da otto persone (tre denunciate in stato di libertà) era accusata di essere specializzata nel furto di natanti e motori marini che venivano poi rivenduti previa “rigenerazione” mediante la falsificazione dei documenti di bordo ed il trasferimento presso altri laghi del nord Italia.

L’indagine era partita nel settembre 2012, prendendo spunto da controlli a porti e cantieri presenti sul Lago Maggiore effettuati dalla motovedetta dei Carabinieri di Luino durante i quali era stato individuato un natante rubato a Verbania, sulla costa piemontese del lago.

Tra le persone offese diversi turisti stranieri che hanno visto prendere il largo, senza più tornare, le loro imbarcazioni per le vacanze sul Lago Maggiore.

Oggi il tribunale di Varese ha emesso le condanne che vanno da 4 anni e 10 mesi (per la mente del gruppo) a due anni e 10 mesi per i gregari, benché sia decaduta l’ipotesi di associazione a delinquere. Pm Annalisa Palomba, che ha chiesto l’assoluzione l’unica donna imputata difesa dall’avvocato Augusto Basilico.

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Pubblicato il 21 Marzo 2018
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