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E’ morto il partigiano Federico Marelli

Insieme al fratello gemello Mario disertò per passare dalle milizie della repubblica di Salò al gruppo di partigiani di Giustizia e Libertà. Oggi si sono svolte le esequie

L’Anpi di Luino annuncia la scomparsa del Partigiano combattente Federico Marelli  (a destra nella foto) di Voldomino, nato nel 1925, da sempre militante attivo della nostra Associazione. Federico Marelli è morto sabato 1° giugno, causa un’incurabile e dolorosa malattia, dopo una lunga vita in piena salute ed efficienza. Le esequie si sono svolte oggi lunedì 3 giugno, alle 15 nella chiesa di San Biagio di Voldomino. L’Anpi di Luino sarà presente con il proprio labaro nell’estremo dovuto omaggio. Ai figli, Annamaria e Maurizio, nostre sentite condoglianze.

LA STORIA – Avventurosa la sua partecipazione agli eventi bellici della seconda guerra mondiale che lo vide, insieme a suo fratello gemello Mario, nell’ottobre del 1943 renitente alla leva dell’esercito della repubblica di Salò, al quale furono poi costretti consegnarsi perché i fascisti luinesi avevano arrestato la madre e condotta all’Hotel Helvezia di Luino, sede delle SS tedesche e noto luogo di tortura. I due giovani Marelli vennero mandati in Germania ad addestrarsi nella fascista Brigata Alpina Monterosa e nella primavera del 1944 furono ricondotti in Italia a fronteggiare gli eserciti degli Alleati che stavano risalendo, liberandola, l’Italia.

Giunti in Italia, gli alpini fascisti della Monterosa, anziché dirigersi verso Bologna al fronte contro gli Americani, furono spediti nella val Trebbia, a Bobbio, a combattere i Partigiani. Dopo alcuni mesi i due giovani gemelli disertano, come hanno fatto in tanti loro commilitoni, e si uniscono ai partigiani di Giustizia e Libertà. Con i partigiani conducono una vita molto dura, fatta di fame e di stenti, con agguati, rastrellamenti, sbandamenti e tragici fatti di guerra.
A fine dicembre decidono di rientrare a Luino. I due voldominesi si fanno a piedi, fra mille avventure, dalla val Tidone sull’Appennino piacentino a Voldomino; quasi un mese di viaggio.

Da Voldomino passano poi in Svizzera, dove, aiutati anche dal noto agronomo svizzero Mario Baggiolini, fratello della Rosetta Merini Garibaldi della Gera. In svizzera, nel canton Ticino, rimangono svolgendo l’attività di boscaioli, sino al termine della guerra. Rimangono, per questioni burocratiche, fino al mese di giugno, quando senza autorizzazione raggiungono i famigliari a Voldomino. Alcuni giorni dopo, nell’intento di accompagnare un ebreo spagnolo che voleva entrare in Svizzera, clandestinamente, per raggiungere poi la Spagna, vengono alla frontiera fermati dalla Guardia di Finanza e tenuti in prigione per circa quindici giorni.

Al processo che si tenne in seguito alla Pretura di Luino. L’avvocato difensore d’ufficio fu il padre del Senatore Piero Pellicini, nonno dell’attuale sindaco di Luino, Andrea Pellicini. Dopo breve dibattimento i due giovani furono assolti. Finiscono così, nell’agosto del 1945, le tribolazioni di guerra dei gemelli Mario e Federico Marelli. Tutte queste informazioni e altro, compreso la vicenda dell’avv. Pellicini, si possono leggere nel volume n. 5, anno 2011 de “Il fiore meraviglioso, Testimonianze partigiane dal Lago Maggiore e dalla Riviera di Levante”, a cura dell’Anpi di Ispra.

Pubblicato il 03 Giugno 2013
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