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I lisanzesi “ribelli” che volevano l’autonomia

Una petizione del 1927 chiedeva al Prefetto di Varese di risparmiare Lisanza dall'accorpamento con Sesto. La scrissero i cittadini che volevano restare indipendenti

Torniamo a parlare di vecchie incisioni, accorpamenti e confini. Come vi abbiamo raccontato, le antiche taghe conservate sui muri delle case di alcuni comuni del Varesotto, documentano le competenze delle province di Como e Milano prima dell’istituzione di quella di Varese. Alcune di loro, come quella di Lisanza, rivelano anche delle storie molto particolari. L’incisione in questo caso indica il nome della località sulle rive del Lago Maggiore, Lisanza, oggi frazione di Sesto Calende ma un tempo piccolo comune autonomo. E di quella autonomia gli abitanti andavano ben fieri. Lo dimostra un documento datato 29 marzo 1927 (nella foto a sinistra lo stemma araldico). In quella data i cittadini scrissero al prefetto una petizione per difendere la propria indipendenza: "È corsa voce – si legge nel documento – che sono allo studio le pratiche per l’aggregazione del Comune di Lisanza ad un Comune limitrofo di maggior numero di abitanti ed in vista di ciò i sottoscritti cittadini, a nome dell’intiera popolazione, si permettono di rivolgersi alla S.V. Ill. per pregarLa rispettosamente, di voler vagliare le ragioni che, secondo la popolazione stessa, militerebbero a favore del mantenimento dell’attuale autonomia di questo pur piccolo ma ordinato e patriottico Comune".

In quel contesto l’idea di accorparsi a Sesto Calende agli abitanti del paesino non piaceva affatto.
Campanilismo? Per i lisanzesi le ragioni c’erano ed erano di merito: "L’autonomia comunale di Lisanza risale a tempi lontanissimi e sempre la piccola comunità peschereccia laboriosa, industriosa e disciplinata, comunità che attraverso il tempo è andata gradatamente evolvendosi fino a raggiungere un apprezzabile grado di prosperità, ha dimostrato di sapersi reggere ed amministrare con spirito sano ed ottime vedute, curando sempre il miglioramento del Comune e l’attuazione di provvide iniziative; ad esempio: 1907 costruzione del nuovo Edificio scolastico: spesa L. 1.723,07". Evidente che l’accorpamento alla fine arrivò, per decisione di Benito Mussolini e con Regio Decreto del 16 febbraio 1928. L’ultimo sindaco del Comune di Lisanza, democraticamente eletto, prima del fascismo, fu Carlo Caielli, noto tra i tanti Caielli come "Carlin da la Maddalena". Si dice che negli anni Sessanta, dopo che Lisanza fu aggregata a Sesto i lisanzesi si presero una rivincita morale. La frazione divenne infatti la meta più ambita dei turisti milianesi che amavano passere l’estate sul lago e Lisanza, appunto, divenne nota per la sua spiaggia e per il pesce fritto. C’è chi ricorda ancora le memorabili sfide di calcio Lisanza – Milano sul campo dell’oratorio. Da una parte i Cardani, i Besozzi, i Carletto, i Caielli, i Gelmini, i Gasparoli ecc, dall’altra i gemelli Bassino, i fratelli Frjone (nipoti del famoso calciatore uruguaiano dell’Inter degli anni ’50), Arrigoni e Avanzi…

Pubblicato il 14 Agosto 2012
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