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Una serra “fai da te” per la marijuana, tre giovani denunciati

Operazione dei carabinieri sulle rive del Lago Maggiore: i ragazzi spacciavano e coltivavano droga per uso personale

arresti spaccio marijuana angeraSpacciavano e coltivavano marijuana per potersi comprare le dosi per uso personale: al termine di un’intensa attività d’indagine i carabinieri della Compagnia di Gallarate hanno individuato e denunciato tre persone che gestivano il commercio al dettaglio della droga nell’area del basso verbano. Dieci le abitazioni perquisite nel cuore della notte dai militari della stazione di Angera, con l’autorizzazione della procura di Varese: un ventenne con precedenti è stato denunciato per coltivazione di stupefacenti, due per detenzione a fini di spaccio, mentre altri sette sono state segnalati alla prefettura come assuntori.
 
Le persone coinvolte – tutte tra i 18 e i 24 anni, residenti ad Angera, Sesto Calende, Taino e Ranco – sono state individuate al termine di un lungo lavoro d’indagine della stazione angerese comandati dal maresciallo Apicella: l’operazione ha svelato l’esistenza di una rete di piccolo spaccio, fatta di consumatori che per potersi comprare hashish e marijuana erano diventati loro stessi non solo spacciatori, ma anche produttori. Nell’abitazione di un ventenne angerese i carabinieri hanno scovato infatti anche una piccola serra per far coltivare marijuana, prima del trapianto dei germogli nella viva terra: celata all’interno di un armadio, era stata realizzata con una scatola foderata di alluminio, riscaldata e illuminata da una lampada e aerata da un ventilatore recuperato da un vecchio computer. Oltre alla micro serra con le piantine, i militari della compagnia comandata da Michele La Stella hanno sequestrato ai tre denunciati 40 grammi circa di hashish, oltre ad altro materiale. Una delle sette persone segnalate come assuntori è stata anche denunciata per il possesso di una carabina ad aria compressa priva di matricola richiesta dalla legge.
 
carabinieri angeraLe perquisizioni hanno confermato l’ormai diffusa attività di consumo e piccolo spaccio, con un mercato ampio soprattutto tra i giovani e giovanissimi. I ventenni denunciati o segnalati erano in parte di famiglie di basso reddito come figli di genitori benestanti: nessuno di loro aveva un’occupazione stabile, vivevano con lavoretti saltuari o grazie ai soldi che venivano dai genitori. Ad accomunarli c’era la mancata percezione del problema con gli stupefacenti, il cui uso e spaccio erano considerati un’attività normale, perfettamente compatibile con una tranquilla esistenza nei paesini sulla riva del lago maggiore: i genitori, che non sospettavano nulla, in alcuni casi si sono mostrati increduli, in altri hanno reagito con rabbia nei confronti dei figli.

Pubblicato il 15 Maggio 2010
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