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“Il pediatra virtuale può essere uno strumento ma non può sostituire il rapporto umano”

La posizione di Amor sull'attivazione del servizio di telemedicina negli ospedali di Angera e Luino: "il pediatra virtuale può avere un senso se si gioca di squadra con i pediatri di base. Una guardia pediatrica, in carne ossa, sul territorio ci deve essere"

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L’annuncio dell’attivazione di un servizio di telemedicina per i piccoli utenti dei pronto soccorso di Angera e Luino fa discutere. Sulla questione è intervenuta l’associazione Amor, nata per protestare contro la chiusura del punto nascite dell’Ondoli e oggi una delle principali associazioni che si occupano di sanità e diritti, in particolare di bambini e famiglie, sul territorio del Basso Verbano. Di seguito la nota diffusa oggi a commento della notizia. 

Un ospedale piccolo che ha costruito la sua buona reputazione sul rapporto di qualità, “umano”, tra paziente e medici/infermieri, non può essere disumanizzato. Il pediatra virtuale ci mancava. Con la prospettiva, chissà, di un Pronto soccorso virtuale e, magari, un futuro ospedale virtuale. Apprendiamo con stupore della scelta di Asst Sette Laghi di non garantire più la presenza del pediatra in Pronto soccorso ad Angera, figura sostituita con una modernissima e avveniristica proposta di pediatria virtuale, con visite in collegamento web con i medici dell’Ospedale Del Ponte di Varese. Sappiamo che l’Asst Sette Laghi è all’avanguardia, ci congratuliamo con il professor Agosti per un’iniziativa sicuramente suggestiva, ma proposta in questo modo, ad Angera, suona come l’ennesima beffa, una presa in giro. L’ospedale si svuota, il territorio perde servizi, si sopperisce alle carenze con la tecnologia, ma una tecnologia che non può essere sostitutiva: un’idea come quella del pediatra virtuale, in un Pronto soccorso mai potenziato e sempre più in difficoltà, in un territorio sempre più disilluso, vuol dire allontanare definitivamente le famiglie dall’ospedale di Angera che, in una situazione di emergenze, mai si rivolgeranno a un pediatra via web, ma andranno direttamente a Varese o a Cittiglio rassegnate al disagio ormai imposto da anni. Imposto in un territorio che prima aveva un servizio, piccolo, prezioso, utile: una piccola pediatria che lavorava per forza in appoggio con gli ospedali più grandi, ma serviva al territorio e il territorio stesso con i pediatri di base collaborava e interagiva con la pediatria di Angera. In questo modo, il servizio era utile per il territorio e non andava a intasare i grandi ospedali. Questo meccanismo è stato troncato da tempo, non solo con i pediatri, ma anche con i medici di base e i ginecologi. In un contesto in cui gli ospedali sono aziende gestite da manager, e sempre meno servizi pubblici pensati dal territorio, per il territorio. Contano i numeri, numeri su numeri: l’abbiamo imparato e vissuto sulla nostra pelle. E ad Angera si è sempre puntato a far calare numeri da ormai dieci anni, con due gestioni diverse. L’idea del pediatra virtuale, proposta così dall’alto, per mascherare una carenza vera, concreta, mai risolta, vuol dire soltanto togliere l’ennesimo mattone al nostro ospedale. Ben vengano queste proposte avveniristiche, ma solo in un progetto serio di rilancio, in collaborazione con il territorio: il pediatra virtuale può avere un senso se si gioca di squadra con i pediatri di base, se il nostro Pronto Soccorso diventa un riferimento vero per le famiglie. Una guardia pediatrica, in carne ossa, sul nostro territorio ci deve essere: come garantirla, possiamo discuterne, i pediatri di base sono anch’essi disponibili a parlarne. Calato così dall’alto, in un continuo contesto di tagli e impoverimento dell’ospedale, il pediatra virtuale è l’ennesima presa in giro: un po’ come certi prestigiatori che magicamente stupiscono nel far sparire le cose e noi dovremmo limitarci ad applaudire, anche se le cose non vengono restituite.

Associazione Amor – Mamme per l’Ondoli in rinascita

Pubblicato il 01 Febbraio 2021
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