Una piccola folla ha assistito, nel tardo pomeriggio di ieri, a Ghiffa alla presentazione del busto in bronzo di Giorgio Ambrosoli, il commissario liquidatore della Banca privata italiana, ucciso l’11 luglio di 41 anni fa dai sicari mafiosi mandati da Michele Sindona. Scoprimento affidato alla nipote Annina. La moglie Annalori ha scoperto la targa che lei stessa ha voluto fosse collocata ai piedi del monumento.

“… Se Piero Chiara ha scritto che, tra le tante possibili, il mondo si divide in due categorie di uomini, i laghisti e i non laghisti, Giorgio era sicuramente un laghista”. Parole che testimoniano l’attaccamento di Ambrosoli al lago, ben rappresentato anche dalla statua con lo sguardo rivolto proprio verso il lago e “idealmente in direzione di Milano” ha spiegato il sindaco, Matteo Lanino , aprendo la commemorazione. Un legame quello tra Ambrosoli, Milano e Ghiffa testimoniato anche dalla lettera inviata per l’occasione dal primo cittadino del capoluogo lombardo, Giuseppe Sala, letta dal collega ghiffese.

Dopo Lanino hanno parlato il prefetto Angelo Sidoti, il presidente della Provincia Arturo Lincio, l’avvocato Gianluca Ubertini, consigliere dell’Ordine degli avvocati del foro di Verbania, Lorenzo Bologna referente di Libera Vco, il cui presidio è intitolato proprio ad Ambrosoli. Ha concluso, prima dello scoprimento della statua, il figlio Umberto Ambrosoli.