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La chiesa di Leggiuno compie quattrocento anni

Il 18 giugno è l'anniversario dell'inizio dei lavori avviati dal prevosto di Leggiuno Tommaso Serafino

chiesa santo stefano leggiuno

Era il 18 giugno 1620, e di fronte a tutti gli abitanti di Leggiuno i fratelli Luini posavano la prima pietra della chiesa di santo Stefano. Questo gesto ha segnato l’inizio del cantiere e di una storia che dopo una ricerca nell’archivio parrocchiale Stefano Parnisari ha deciso di raccontare esattamente a 400 anni di distanza.

Tutto è iniziato nella primavera del 1620, quando il sacerdote aronese Tommaso Serafino, prevosto di Leggiuno, ha chiesto al cardinale Borromeo l’autorizzazione di edificare una nuova chiesa, che sostituisse quella vecchia ormai in decadenza. Le lettere tra il prevosto e la curia sono ancora conservate nell’archivio parrocchiale.

Ottenuto il permesso, finalmente il 18 giugno il Tommaso Serafino ha benedetto la prima pietra, che i fratelli Luini hanno posato di fronte a tutta la popolazione riunita per festeggiare l’inizio dei lavori.

Tutto però lascia pensare che si sia trattato di una celebrazione molto semplice e modesta. Oltre alle tasse molto pesanti da versare ai nobili spagnoli, infatti, gli abitanti di Leggiuno avrebbero fatto i conti negli anni successivi con altre tre situazioni difficili: la carestia, la peste e la guerra. Tra pause e ritardi ci sono voluti duecento anni per completare la costruzione della chiesa.

«Le chiese – afferma Francesco Parnisari – sono cantieri in continua evoluzione. Avanzano al fianco degli uomini e delle donne che le hanno erette, riflettono le tappe della loro esistenza, portano impressi i segni dei periodi di sviluppo e di crisi, dei momenti lieti e dolorosi vissuti dai singoli, dalle famiglie, dall’intera collettività».

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Pubblicato il 18 Giugno 2020
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