Dede Brovelli va in pensione, l’omaggio dei Vigili del fuoco
Dal 1991 in forza al comando provinciale di Varese, Davide Brovelli è diventato negli anni un punto di riferimento per i vigili del fuoco e per il territorio. Per il suo congedo l'affettuoso saluto dei colleghi

«La soddisfazione più grande? Non c’è un momento in particolare ma penso a tutte quelle volte che siamo riusciti a portare a termine gli interventi nel migliore dei modi, soprattutto per aiutare le persone coinvolte». Dalle fiamme all’acqua, dalle tempeste ai terremoti. In quarant’anni da Vigile del fuoco, Davide “Dede” Brovelli può dire di aver visto la furia degli elementi in tutte le sue manifestazioni ed essere stato presente, insieme a tanti colleghi che lo hanno affiancato in questi anni. Il caporeparto ha concluso ieri quella che più che una carriera è stata la missione di una vita. L’ultimo giorno di lavoro prima della pensione è stato una festa per tutto il comando varesino che ha omaggiato Brovelli con il suono all’unisono delle sirene.

Dede Brovelli è un riferimento per il corpo dei vigili del fuoco varesotto e lombardo ma anche per il suo territorio, il Basso Verbano e il comune di Ranco dove vive. A Varese – tra comando provinciale e distaccamenti – Brovelli ha lavorato dal 1991 al 2018 con una parentesi di alcuni anni al distaccamento di Arona, sulla sponda piemontese del Verbano. Più di recente è entrato nel nucleo dei sommozzatori della Lombardia, un’eccellenza operativa a livello nazionale.
Citare nel dettaglio tutti gli interventi che lo hanno visto operativo durante la sua carriera è praticamente impossibile: «Negli ultimi anni, forse l’operazione più impegnativa è stata il recupero della Gooduria, (nella foto in basso) la barca naufragata nel 2023 a Lisanza. Ma anche l’incendio del Campo dei fiori. Poi ci sono state le grandi calamità naturali che hanno segnato la storia del nostro paese e gli interventi a supporto delle squadre impegnate nei luoghi colpiti. I terremoti all’Aquila e poi Amatrice o le alluvioni in Piemonte, ad Alessandria».

Il racconto di Dede Brovelli è anche quello di un mestiere che porta cambia e che col tempo si fa più difficile, non solo per la fatica e la complessità. «Sono cambiati gli interventi, anche quelli che riguardano le persone in difficoltà, per motivi svariati, anche psicologici e sono sopraggiunte nuove sfide, tra tutte quella organizzativa. Quando ho iniziato eravamo di più con mezzi limitati – conclude Brovelli –. Oggi è l’inverso, ci sono più mezzi a disposizione dal punto di vista operativo ma meno persone. Nonostante tutto, comunque, anche nella difficoltà riusciamo sempre a organizzarci e ad esserci».
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