“Scarabocchi”. Torna a Novara il festival a misura di bambino
A Novara, da venerdì 12 a domenica 14 settembre, il programma prende forma. Le mani saranno il filo conduttore al centro dell'edizione 2025

Scarabocchi. Il mio primo festival torna con U – MANI, l’8. edizione del festival a cura di Fondazione Circolo dei lettori e Doppiozero, che invita a mettere in pratica le idee a partire dal gesto umano più primordiale. A Novara, da venerdì 12 a domenica 14 settembre, il programma prende forma attorno alle mani: strumento di esplorazione, creatività e connessione tra bambini e adulti. La mano è propriamente il “segmento distale dell’arto superiore, che fa seguito all’avanbraccio, comprendente il palmo, il dorso e le dita”. Così la definizione la cui formulazione è attribuita a Brunetto Latini, maestro di Dante, nel suo Tesoretto. Senza le mani noi umani non avremmo mai potuto evolverci, come ha mostrato Charles Darwin. Le mani sono tutto, e da lì comincia tutto, dal senso del tatto alla scrittura dalla carezza alla manipolazione di qualsiasi oggetto che prendiamo in mano. L’inaugurazione è in programma per la sera di venerdì 12 settembre al Complesso Monumentale del Broletto (h 18), con una lectio dello scienziato e divulgatore Telmo Pievani, un viaggio nell’evoluzione della mano umana, tra scienza e simbolo, per riscoprirne unicità, funzioni e valore — un capolavoro di biomeccanica, capace di movimenti complessi e gesti profondamente significativi.
«La mano ci ha insegnato a fare e a pensare, poiché le due attività sono strettamente legate. Forse per questo Scarabocchi. Il mio primo festival ha pensato di ricominciare da lì, giocando sulla parola U- mano, immaginando che quel segmento distale indicato da quattro lettere sia iscritto nella parola che usiamo nella nostra lingua per indicare noi stessi, aggettivo e anche sostantivo allo stesso tempo: l’organo con cui facciamo quasi tutto quello che facciamo, esclusi i compiti che affidiamo alle macchine.» racconta Marco Belpoliti, curatore di Scarabocchi e direttore editoriale di Doppiozero.
«Quando i nostri antenati sono diventati da quadrupedi a bipedi e hanno iniziato a usare le mani per fare ciò che prima facevano con la bocca è nato il linguaggio, e dal linguaggio è nata la scrittura. Ma le mani sono state utilizzate fin da subito anche per comunicare, e non a caso ancora oggi le usiamo a questo scopo nel momento in cui ci troviamo di fronte a un nostro simile senza avere una lingua in comune. La scelta del tema di Scarabocchi da parte di Marco Belpoliti mi sembra dunque particolarmente felice, visto che viviamo un’epoca in cui, malgrado comunicare non sia mai stato così facile, il dialogo, la capacità di ascolto e il confronto con l’Altro da noi si scontrano con una realtà fatta di guerre, contrapposizioni, delegittimazioni e disumanizzazioni non di rado feroci, a cui dobbiamo porre riparo al più presto: ce lo chiedono disperati i bambini di tanti luoghi del mondo, e con loro i nostri stessi figli» è il commento di Giuseppe Culicchia, direttore Fondazione Circolo dei lettori. Scarabocchi trasforma Novara in un grande spazio condiviso dove bambini e adulti convivono in un dialogo continuo fatto di segni, immagini e creatività, per dare vita a un racconto collettivo tra gioco, tatto e immaginazione. Tra gli ospiti anche l’illustratrice Elisa Seitzinger, il pittore e disegnatore Tullio Pericoli e l’artista Arturo Brachetti, in dialogo con Giuseppe Culicchia.
Il programma completo sarà disponibile entro fine luglio sul sito scarabocchifestival.it.
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