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Ispettorato del Lavoro: la protesta dei dipendenti contro la riforma

Ispettorato del Lavoro: la protesta dei dipendenti contro la riforma

Venerdì scorso si è svolta, davanti la Prefettura di Novara, una manifestazione organizzata dalle sigle sindacali e dalla RSU dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Novara – Verbania.

Armati di uno striscione e di volantini, i dipendenti dell’ispettorato del Lavoro sono stati ricevuti in delegazione dal prefetto di Novara per esporre le loro rimostranze, il prefetto ha dal suo canto assicurato d’aver già inoltrto una lettera di inoltro ai ministeri (MEF, MLPS, INL, PRESIDENZA CONSIGLIO).

I sindacati (Fp Cigil, Cisl FP, Uilpa, Confsal-Unsa, Usb-Pi e Intesa Fp)  intendono sollevare l’attenzione del Governo sulla situazione in cui si trova l’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL), nato con una riforma, entrata in vigore dal 1.1.2017.
«Al di là dei proclami roboanti di questa riforma, che doveva servire a rendere più efficiente e coordinare la tutela del lavoro, di fatto, nel corso degli anni i vari Governi che si sono succeduti, hanno fatto a gara (da ultimo con l’attuazione del Jobs Act) per depotenziare e avvilire le funzioni di quegli uffici che dovrebbero presiedere a tale tutela, nel completo disprezzo di uno dei fondamentali valori su cui è stata redatta la nostra Carta Costituzionale: Dignità, tutela del diritto e diritto alla salute sui posti di lavoro.  Il passo successivo è stato lo smantellamento del ministero del Lavoro e la creazione dell’ INL, quale soluzione per un più “efficace svolgimento dell’attivita’ ispettiva” – scrivono i sindacati – .
Il paradosso dei paradossi è che, attualmente, essendo la riforma “ a costo zero”, tutto il personale  dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro si ritrova senza  il dovuto nuovo contratto integrativo che organizzi e disponga con riguardo a tutte le professionalità presenti nella neonata Agenzia; con la conseguenza che la funzione di tutela del lavoro resta imbrigliata nei lacci e laccioli delle disposizioni di legge sapientemente seminate dalle politiche contro i lavoratori tutti.
 A cosa, quindi, è stata utile la creazione di una struttura diversa e distinta dal Ministero se non a peggiorare le condizioni di lavoro di chi deve intervenire per tutelare l’applicazione dei contratti di lavoro, a prevenire incidenti e morti, a contribuire nel fare emergere il mare magnum del lavoro nero?
Oltre a ciò, si ricorda che, proprio per la peculiarità del risultato “costo zero,” , la funzione ispettiva, fulcro dell’attività dell’INL, è retribuita diversamente e con una forte sperequazione economica a seconda che il personale ispettivo abbia derivazione ministeriale o provenienza INPS ed INAIL;  i funzionari ispettivi si trovano spesso scoperti, per la mancanza di un serio disegno contrattuale sui numerosi rischi della funzione, e vittima di eventi, sempre più frequenti, rispetto ai quali rispondono con il proprio patrimonio e la propria persona.
Non si intravede, altresì, un chiaro progetto per il futuro degli ispettori tecnici, che hanno il delicato compito di tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori, le cui competenze dovrebbero essere rivalutate, anche in considerazione del progressivo aumento degli infortuni sul lavoro.
Un paradosso che contribuisce a svilire le professionalità presenti nell’INL e a mettere a serio rischio l’esistenza stessa della tutela sui luoghi di lavoro.
Altresì, l’Ufficio legale, che completa l’attività ispettiva, è vittima di una forte sperequazione contrattuale e retributiva rispetto alle avvocature degli enti, che svolgono di fatto le medesime funzioni per materie connesse e prive di riconoscimento contrattuale/ professionale  delle mansioni di difesa tecnica svolte in conseguenza alla predetta riforma.
Gli uffici delle Politiche Sociali, con i loro compiti deflattivi verso il sistema (conciliazioni, certificazioni, etc.) e il personale amministrativo in genere, ivi compreso informatico, (figli di un Dio minore) si ritrova sempre più emarginato, senza un piano strategico mirato a  far compartecipare detto personale al progetto complessivo dell’INL.
Ma vi è di più ancora …
Nonostante gli impegni politicamente assunti dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali di investimenti nella legge di bilancio proprio a favore dell’INL, attualmente il  MEF dichiara di voler tagliare retroattivamente del 50% il fondo di produttività del Ministero del Lavoro e delle sue due Agenzie, fra cui l’INL, decurtandolo di circa 7 milioni di euro.
Si arriva, quindi, all’ulteriore paradosso: coloro che tutelano i diritti acquisiti altrui dovranno, allo stato delle cose, restituire parte del salario accessorio 2015, facente parte della retribuzione.
Diciamolo chiaramente:
questa riforma  e’ diventata  a costo sotto zero e a pagarla per intero sono i lavoratori!
Pretendiamo che i soldi dovuti ai lavoratori non siano toccati !

Sollecitiamo la costituzione di un piano aziendale serio, che renda omogeneo tutto il processo di riforma e che sappia dare risposte logistico-funzionali alle criticità di cui solo alcune elencate in questo documento. Tutto questo deve essere recepito all’interno di nuovi contratti integrativi destinati ai tre Enti ( Ministero del lavoro, I.N.L. e A.N.P.A.L. ).
Come si possono tutelare i lavoratori se chi e’ preposto a tale funzione non ha strumenti,  mezzi e risorse?
Per queste ragioni abbiamo indetto lo stato di agitazione a cui hanno partecipato moltissimi uffici in tutta Italia (il 17 novembre ndr), proseguiamo l’agitazione  con questa manifestazione che coinvolge ancora  anche  tutti gli Ispettorati del lavoro e pertanto  chiediamo l’intervento del  Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, del ministro dell’Economia e delle Finanze, Piercarlo Padoan e del  ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti, affinché si impegnino a trovare in tempi rapidi una soluzione a problemi che rischiano seriamente di compromettere l’operatività di quello che dovrebbe essere uno dei ministeri cardine del nostro Paese, considerato che, ai sensi dell’art. 1 della nostra Carta Costituzionale “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro
”».

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Pubblicato il 20 Novembre 2017
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