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Coop milanese utilizzava fatture false emesse da un call center di Verbania: 1 milione di Iva evasa

Coop milanese utilizzava fatture false emesse da un call center di Verbania: 1 milione di Iva evasa

VERBANIA – Nei giorni scorsi le Fiamme Gialle della Compagnia di Verbania, hanno concluso una verifica fiscale nei confronti di una cooperativa milanese operante nel settore delle “prestazione di servizi resi alle imprese” che al fine di abbattere i propri debiti di IVA ed imposte dirette con l’Erario, utilizzava fatture per operazioni inesistenti, apparentemente emesse da un impresa verbanese.
La cooperativa, che attualmente è in liquidazione e i cui vertici sono stati denunciati, operava ad ampio raggio nella prestazione di servizi (giardinaggio manodopera ecc) con giri d’affari nel milanese che i finanzieri hanno quantificato in 20 milioni di euro. Elevato volume di affari, ampi ricavi, scarse detrazioni Iva dovute alla natura della coop di servizi. Sono le premesse di quello che i Finanzieri appureranno nel corso dell’indagine: dove dal 2009 al 2013, accertano 5 milioni di fatture false emesse da un call center di Verbania per un milione di euro di IVA che la coop ha portato in detrazione giustificandole come spese di promozione pubblicataria. A questo risultato le Fiamme Gialle giungono tracciando i pagamenti delle fatture, assegni emessi dalla coop e della quale è la stessa benficiaria, e che quindi si risolvevano in un semplice prelievo di contanti. Altro “dettaglio” che incastrerebbe la cooperativa è il fatto che il call center dal 2009 non esiste più, tuttavia per un breve periodo l’azienda ha riaperto, ma solo per operare con la coop milanese. La ditta, infatti, non disponeva di personale dipendente, luoghi di esercizio, beni strumentali, utenze telefoniche  e risorse finanziarie per la fornitura dei servizi fatturati. Per il 2009, unica annualità per la quale la ditta verbanese aveva presentato la dichiarazione dei redditi, nessuna spesa  era documentata per la retribuzione di personale e tutti i costi apparentemente sostenuti (pur se non pagati con strumenti finanziari tracciabili) risultavano documentare operazioni, in realtà, mai realizzate, in quanto, tali prestazioni apparivano essere state svolte da ditte fallite anche decine di anni prima, residenti in altre regioni d’Italia ed altre imprese che hanno dichiarato di non aver avuto mai alcun rapporto economico con l’impresa piemontese. Eppure presso la coop milanese ci sono fatture datate sino al 2013.  Il  titolare dell’azienda verbanese dovrà comunque rispondere solo per una parte delle false documentazioni, non c’è prova, infatti, che tutte le fatture sequestrate dai finanzieri siano state emesse direttamente dalla ditta.

Dichiarazione fraudolenta mediante l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti è la fattispecie di reato del quale il rappresentante legale pro tempore della cooperativa dovrà rispondere dinanzi al Tribunale di Milano. Infatti, le Fiamme Gialle verbanesi, nei giorni scorsi, hanno dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo per 895mila euro emesso dal GIP presso il Tribunale di Milano, sottoponendo al sequestro tre unità immobiliari di proprietà dell’indagato situate nella centralissima via Enrico Toti di Bari, due rapporti finanziari, quote di partecipazione ad una società per azioni operante nel settore del turismo sulla sponda Lombarda del Lago Maggiore e due autoveicoli intestati al soggetto sottoposto alle indagini.
Dalla caserma della GdF di verbania, rimarcano che "L’altissima attenzione del Corpo a questi fenomeni che rappresentano il suo storico  core business garantisce la leale concorrenza tra le imprese del territorio ed indirettamente promuove prospettive di crescita sane del mercato del lavoro e della produzione, a tutela delle libertà economiche di tutti i cittadini".

 

    

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Pubblicato il 20 Novembre 2017
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