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La crisi energetica assale anche le bocciofile

Una circolare del Comitato regionale Lombardia stabilisce a partire dal primo novembre nuove disposizioni per contenere il consumo. Ma gli iscritti alle società dilettantistiche pagano sempre la stessa quota

Bocce varie

Coltivare le illusioni è un esercizio talvolta rasserenante ma sovente fonte di situazioni che mai offrono soluzioni, anzi lasciano i problemi irrisolti o addirittura aggravati.
Si poteva ragionevolmente pensare che il forsennato incremento dei costi energetici potesse lasciare immune il mondo delle bocce, con i suoi bocciodromi dalle dimensioni e cubature notevoli oltre che bisognosi d’impianti d’illuminazione considerevoli per assicurare adeguata visibilità allo svolgimento delle competizioni?
No di certo. Nel corso dell’assemblea delle società varesine tenutasi a Vergiate il 4 ottobre scorso, seppure con una presenza ridotta delle interessate, era emersa la preoccupazione di avere la necessità di affrontare il periodo autunno/inverno dovendo sopportare, secondo la tipologia del combustibile da impiegare, costi addirittura triplicati rispetto all’anno precedente, che sarebbero stati difficilmente coperti dalla maggior parte delle medesime. Le stesse considerazioni erano emerse nelle assemblee indette nelle altre Province.
La FIB Lombardia aveva scritto il giorno precedente al presidente della Regione Fontana per chiedere un intervento, in particolare “a domandare lo stanziamento di un contributo economico straordinario a favore delle società bocciofile lombarde, affinché possano continuare a svolgere la propria mission a favore dei cittadini della nostra regione”.
Era abbastanza evidente che i tempi della politica non sarebbero stati immediati qualora fosse stato deciso di erogare qualche aiuto, per cui il Comitato Regionale Lombardia emanava una circolare con la quale, a partire dal primo novembre 2022, entravano in vigore nuove disposizioni per quanto concerne l’attività dello “Sport per tutti”, aventi lo scopo dichiarato di alleviare, seppur di poco, la pressione degli oneri gravanti sui bocciodromi.
Così le partite non saranno più disputate ai 12 punti, bensì al punteggio ridotto di 10 punti, inoltre le corsie dovranno essere sempre mantenute attive, evitando le inversioni di campo che avevano lo scopo di negare a ogni contendente di trarre vantaggio tramite una maggiore conoscenza con il terreno di gioco sul quale avevano giocato la precedente partita – logicamente conclusa con il suo successo -, con il solo palliativo di avere a disposizione altre “due mani di prova campo” in più di quelle previste.
È chiaro l’intento delle novità introdotte: di ridurre i tempi di permanenza in campo, di terminare con un ricupero di alcune decine di minuti le eliminatorie con la conseguente contrazione dell’uso del riscaldamento e dell’illuminazione nelle strutture preposte al perfezionamento della fase agonistica.
Le innovazioni vanno nella giusta direzione, perché è innegabile che abbassando, anche solo di un 10/15% i tempi, si ottengono costi inferiori e si viene in soccorso alle società che sono alle prese con bilanci che nulla hanno di principesco, tuttavia da molte parti, se non da tutte, si pone l’accento che nulla è mutato per quanto attiene la quota d’iscrizione, per cui “more solito” chi paga è pantalone, cioè il giocatore: è lui che viene in soccorso alla crisi energetica.
C’è solo da augurarsi che determinate decisioni ai massimi livelli tengano conto dei problemi che investono le A.S.D. – Associazioni Sportive Dilettantistiche – le quali, proprio perché senza finalità di lucro, abbisognano di attenzioni e di sovvenzioni per fronteggiare un’emergenza che non solo rischia di farle naufragare, ma pure di sopprimere gli equipaggi che le governano.
PILLOLE DI BOCCE
2 novembre – Ternate – continua regionale serale coppia ABCD
7 novembre – Brezzo di Bedero – inizio regionale serale individuale ABCD

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Pubblicato il 30 Ottobre 2022
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