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I voti alle squadre e ai protagonisti

La Bardiani sugli scudi al pari della Orica. Sfortunata l'Astana per le cadute di Nibali e Gasparotto, sufficiente la Cannondale di Basso. La Lampre butta una grande occasione, non pervenute l'Androni e l'Italia

ORICA GREENEDGE 9 – Era invocata da anni, visto che il suo quartier generale è tra Gavirate, Bruello e Castronno, e alla prima partecipazione ha centrato il bersaglio grosso. Partita un paio di gradini sotto all’Astana nel pronostico, si è mossa nel modo giusto: Meier nella fuga, Santaromita (6, di stima) quando si sono accese le polveri, Albasini – il capitano vero, voto 10 – per l’azione decisiva. Chissà se si stanno mangiando le mani per non aver partecipato anche gli anni scorsi (cosa che costa il 10 in pagella).

(Nibali, applauditissimo dal pubblico / foto S. Raso – Newphotopress)

ASTANA 7 – Tutto giusto, tutto bene, fino a quando Gasparotto è andato per terra. Fino a quel momento la squadra “faro” della corsa aveva fatto il proprio dovere, con Nibali sempre pronto a muoversi e il Gaspa, alla ricerca (vana) di una maglia azzurra propositivo e in forma. Masnago però si è rivelato il trappolone per i kazaki: il friulano (voto 7,5) prima e il siciliano (6,5) poi finiscono per terra e troncano i sogni di gloria.

CANNONDALE 6,5 – Con un Basso (6,5: ha lavorato tanto per i compagni) in forma precaria, si è spremuta per tenere sotto controllo la corsa e per mettere Damiano Caruso (7) nelle condizioni di fare il risultato. Obiettivi tutto sommato centrati, anche se la punta della squadra ha chiuso al quinto posto; di più in quella situazione era difficile perché non è un velocista.

LAMPRE MERIDA 5 – Voto basso nonostante il podio? Sì, per due motivi: il terzo posto di Pozzato non è servito a fargli guadagnare una maglia azzurra; con il veneto c’era Durasek (6,5) nella fuga buona. E una formazione importante come quella di patron Galbusera non può lasciarsi sfuggire un successo in queste condizioni di corsa. A proposito: 5 anche a Pozzato perché nella volata, in realtà, non ha messo becco e si è preso il primo posto utile.

ITALIA 4 – Il voto non va tanto a quello che si è visto in corsa, perché la squadra era ricca di under 23 (bravo Filosi: 7 per l’intraprendenza), anche se qualche lampo da Giovanni Visconti era lecito attenderlo (voto 5 per lui). Il giudizio su Cassani però è negativo: che senso ha portare una selezione azzurra alla Tre Valli svuotata di quasi tutti i professionisti? Non una bella mossa, neppure nei confronti della “Binda” che puntava forte sulla presenza dell’Italia.

ANDRONI 5 – La frizzantezza di Gianni Savio e della sua squadra pare un po’ persa in questa stagione e la Tre Valli non fa eccezione. Tolto un pimpante Rosa (6,5) e un lampo di Parrinello nel finale, i “giocattolai” non si sono visti; Pellizotti (6 di stima) ha provato a entrare nella fuga buona ma i crampi lo hanno fermato quasi subito. Troppo poco (Sella 4,5) per un team che ha sponsor di Angera.

(Un passaggio in piazza Montegrappa / foto R. Gernetti)


BARDIANI CSF 8
– Bottino quasi pieno, anche se è mancato il successo e questo un po’ brucia in “casa Reverberi”. Però la squadra ha spedito Colbrelli sul podio (9) a pochi centimetri dalla gloria, e Zardini (8) insieme a lui ai Mondiali di Ponferrada. Non male per una formazione minore ma sempre coraggiosa e garibaldina. E se Bongiorno (7) non fosse caduto con Gasparotto, la Bardiani ne avrebbe avuti tre nel gruppo che si è giocato il successo: vi pare poco?

NERI SOTTOLI 6Finetto (7) prova per due volte il colpo di mano nel finale, ma a nostro avviso non avrebbe meritato la vittoria (si era nascosto a fondo gruppo fino a quel momento, senza mai tirare). Però ha salvato la giornata alla squadra di Scinto, per il resto piuttosto anonima. Ponzi (oggi da 5) vince il Trittico grazie alle prove precedenti.

LE ALTRE – Se la Ccc (voto 7) brilla grazie all’ennesimo numero di Rebellin, 43 anni e non sentirli, la Colombia (voto 6) poteva sfruttare meglio la propria batteria di grimpeurs tra i quali si è fatto notare il solo Duarte. Un 6,5 di stima va alla Wanty di Baugnes, il primo a scivolare a Masnago mentre stava provando l’attacco. Sotto la sufficienza le altre, visibili solo nella prima parte di gara, quando di fatto andare in fuga non conta nulla.

Pubblicato il 18 Settembre 2014
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