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Via le piante, rispuntano le case “dimenticate”

Sono disabitate da anni, una era stata lasciata dai suoi abitanti a causa di un problema di radioattività legato alla forte presenza di radon

Le case abbandonate dietro l'ospedale di Angera

Via la vegetazione, tornano visibili le case abbandonate, ormai diroccate, nei terreni alle spalle dell’ospedale. I due edifici, oggi ben individuabili da via Cervino, sono rimasti nascosti a lungo tra alberi e rovi.

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Le case abbandonate dietro l'ospedale di Angera 4 di 5

Soltanto i lavori di pulizia, in corso in questi giorni nell’area dove in futuro dovrebbe sorgere il nuovo parcheggio del Carlo Ondoli, hanno fatto rispuntare quelle abitazioni “dimenticate”.

Le condizioni di questi edifici non sono certo ottime, come si può vedere dalle foto. Entrambe sono disabitate da molti anni per ragioni diverse: una delle due, era stata lasciata dai suoi abitanti a causa della forte concentrazione di radon, gas inodore e incolore che può presentare problemi di radioattività come in questo caso. Ad Angera non sono rare le zone dove questo gas è presente, poiché sprigionato dalle rocce del sottosuolo ma è soltanto oltre alcune soglie che la sua presenza può diventare critica per la salute.

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Nell’immagine la concentrazione media di radon in un ambiente a piano terra situato in un punto qualsiasi del territorio regionale a partire dai risultati puntuali della campagna di misura. L’elaborazione è del 2003 ed è stata realizzata nel corso di un’indagine condotta da Arpa Lombardia in collaborazione con le aziende sanitarie della regione.

«In un edificio – si legge in una recente informativa del Ministero della Salute – la principale sorgente di radon è il suolo su cui esso poggia, per cui i locali più interessati da questo tipo di inquinamento sono gli interrati, i seminterrati e tutti quelli al pianoterra. Una caratteristica peculiare del radon indoor è la grande variabilità della sua concentrazione (da circa 10 Bq/m3 a diverse migliaia di Bq/m3), legata non solo alla “potenza” e alle caratteristiche fisiche delle sue sorgenti principali (suolo e materiali da costruzione), ma anche ai parametri microclimatici (pressione e temperatura), alle tecniche costruttive dell’edificio, nonché alla ventilazione. Il radon è quindi un gas radioattivo proveniente principalmente dal suolo ed è presente in tutti gli edifici, ma a concentrazione anche molto diversa da un edificio all’altro». Vai al sito del Ministero per saperne di più

 

Maria Carla Cebrelli
mariacarla.cebrelli@varesenews.it
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Pubblicato il 14 Gennaio 2016
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