Quantcast

Le donne e i tempi di lavoro, “difficoltà amplificate da emergenza Covid e smart working”

Anna Danesi e Catrina Cazzato sono le nuove Consigliere di Parità della Provincia: un ruolo importante, in un contesto in cui le donne sono sempre più esposte alle difficoltà lavorative

lavoro generiche

L’emergenza Covid mette in difficoltà le donne, nella conciliazione tra tempi di lavoro e tempi di vita. Un tema emergente, come ha segnalato anche lo studio Istat – che ha avuto vasta eco – sull’incidenza femminile tra i lavoratori che hanno perso il lavoro: sono donne 99mila dei 101mila posti di lavoro persi in Italia.

Il riflesso si vede anche a livello locale. «Da gennaio sono riprese le scuole e le attività “in presenza” in genere e questo ha richiesto la ricerca di un nuovo equilibrio. Ma molte attività non sono sostituibili con smart working: così ad esempio la scuola “a singhiozzo” crea difficoltà aggiuntive alle donne» spiega Anna Danesi, avvocato esperta in diritto antidiscriminatorio, da ottobre Consigliera di parità della Provincia, insieme alla supplente Caterina Cazzato, che di professione è funzionario contenziosi presso l’Ispettorato del lavoro.

Il ruolo della Consigliera di parità è poco conosciuto ma può essere prezioso proprio in questa fase emergenziale che ha sconvolto l’ambito del lavoro e forse ancor di più la vita delle famiglie. Bene ha fatto dunque il presidente della Provincia Emanuele Antonelli a presentare ufficialmente le due professioniste selezionate come Consigliere di parità. «È necessario ribadirlo in questo periodo che comporta rischi per i lavoratori fragili e per le lavoratrici che devono conciliare lavoro e famiglia, con problemi amplificati dal ricorso allo smartworking».

Antonelli ha ringraziato la precedente Consigliera di parità, Luisa Cortese, «che ha lasciato incarico a ottobre, dopo molti anni di servizio nel nostro ente»
Le informazioni sul lavoro della Consigliera di parità si trovano sull’apposita pagina del sito della Provincia (qui, ci sono anche i curriculum) dove si trovano anche i recapiti mail: paritaconsiglieraparita@provincia.va.it, adanesi@provincia.va.it e ccazzato@provincia.va.it.

«
Attualmente la mail è il principale strumento di contatto» specifica Danesi, riferendosi al particolare contesto emergenziale. «Il nostro compito – continua la consigliera supplente Cazzato – è l’ascolto del caso particolare del lavoratore che si trovi in difficoltà e, nel caso in cui sia necessario, anche del datore di lavoro. Dopo il contatto via mail si arriva anche all’incontro personale per l’approfondimento dei fatti, se necessario, per arrrivare ad un tentativo per comporre la lite». Ma la Consigliera di parità può arrivare a fornire consigli per affrontare «legalmente e nel modo corretto le situazioni discriminatorie o le difficoltà di conciliazione».

Si diceva anche dell’impatto locale della particolare situazione di crisi: «Il 90% dei lavoratori che si dimettono sono donne» dice ancora Cazzato. «Dal 5 ottobre abbiamo avuto undici segnalazioni, di cui cinque a gennaio» aggiunge Danesi. «Un’altra segnalazione risaliva al precedente lockdown e che siamo tornati a gestire. Non credo sia un caso». La ripresa di gennaio infatti ha riproposto nuove difficoltà di conciliazione, in particolare con il tema della gestione dei figli in un contesto in cui l’apertura e chiusura delle scuole ha tempi incerti (a gennaio la riapertura è stata dal 7 all’11 e poi al 25 gennaio, per disposizioni nazionali, regionali e per pronunciamenti del Tar).

Al di là della fase emergenziale le due Consigliere di parità intendono anche lavorare su progetti di lungo termine, come la collaborazione con i Comuni per la redazione dei “Piani di azioni positive” o ancora la «prosecuzione della collaborazione con l’Università dell’Insubria, per la promozione delle pari opportunità e della lotta alle discriminazioni di genere».

Danesi e Cazzato sottolineano che il loro ruolo è distinto da quello dei sindacati e richiamano l’importanza non solo individuale della conciliazione: «La serenità della vita professionale influisce anche sulla qualità del lavoro in azienda».

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 05 Febbraio 2021
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore