Le polemiche sulla pelle dei frontalieri
Botta e risposta tra il deputato della Lega Stefano Candiani e il senatore Pd Alessandro Alfieri che riflettono su un articolo che mette in discussione lo status dei frontalieri
“La luna di miele tra la politica italiana e i frontalieri è finita. Da un pezzo. E ha cambiato strategia pure la Lega di Matteo Salvini, il partito che più di altri – da molti anni a questa parte – sembrava frapporsi a qualunque scelta potesse anche soltanto minimamente penalizzare i lavoratori che dalle province di confine si recano ogni giorno in Svizzera”.
L’attacco dell’articolo di Dario Campione sul Corriere del Ticino non lascia dubbi alle interpretazioni. Il quotidiano svizzero mette il tema in prima pagina a nove colonne con un titolo altrettanto forte: Frontalieri, l’aria è cambiata. Grande spazio all’interno del giornale cartaceo, ma anche online dove si scrive L’estremo paradosso: adesso l’Italia vuole abolire il frontalierato.
La tesi del quotidiano, che fa parlare Toni Ricciardi, storico delle migrazioni all’Università di Ginevra e deputato del Partito Democratico eletto all’estero e Andrea Puglia, responsabile frontalieri dell’OCST, ha un duplice aspetto: alcuni provvedimenti di taglio fiscale e contrattuale e poi una diversa priorità politica della Lega di Salvini “dalla Lombardia al ponte” come indica un titoletto dell’articolo.
CANDIANI DEPUTATO LEGA: “VERSO I FRONTALIERI ABBIAMO GRANDE ATTENZIONE”
Il nostro territorio è investito in modo importante sui temi del lavoro e nello specifico dei frontalieri. Stefano Candiani, deputato della Lega è molto critico su alcuni passaggi dell’articolo del quotidiano ticinese.
«Stamattina mi sono alzato male leggendo un articolo pieno di falsità. Viene citato Domenico Furgiuele, deputato calabrese della Lega, che avrebbe scaricato i frontalieri con un disegno di legge. Non esiste una simile proposta sui tempi che caratterizzerebbero la figura del frontaliere come si sostiene nell’articolo. Lui si era reso disponibile a presentare un ordine del giorno al mio posto che non va proprio nella direzione raccontata nell’articolo a partire dal titolo. Il testo preciso riguarda la tassa sanitaria e si chiude con una richiesta che “impegna il Governo: ad adottare ogni iniziativa di propria competenza finalizzata a modificare il meccanismo di contribuzione, introducendo un criterio di progressività del prelievo in rapporto al reddito netto, con un tetto minimo e massimo mensile del contributo da 30 a 190 Euro, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”. Come si può vedere va nella direzione di una tutela dei lavoratori e non una messa in discussione della loro condizione come frontalieri. Con prese di posizioni così si genera un guazzabuglio e un caos pericoloso. Ci sta la polemica politica, ma non sulla pelle delle persone raccontando fatti falsi».
LE RELAZIONI TRA ITALIA E SVIZZERA
Le questioni sul tappeto sono diverse e molto complesse. La condizione demografica con una contrazione dei residenti, la forte concorrenza esercitata dal Canton Ticino nei confronti dei lavoratori italiani, le difficoltà delle imprese del Varesotto nel reperire nuova forza lavoro sono alcuni dei temi economici e sociali al centro delle relazioni tra i due Paesi. Ci sono profonde differenze nelle analisi tra il mondo economico e quello politico soprattutto in Svizzera dove partiti come l’Udc e la Lega non perdono occasione di soffiare sui rischi che rappresenterebbe una ulteriore spinta immigratoria.
Tutte questioni che riguardano da vicino quasi 80mila lavoratori italiani frontalieri che ogni giorno vanno a lavorare in Ticino. L’accordo sulla tassazione dei lavoratori frontalieri, quello sul telelavoro al 25 percento a differenza del 40 richiesto, la tassa sanitaria, una norma proposta sulla natura stessa della condizione dei frontalieri sono i punti caldi su cui si sviluppa il dibattito.
ALFIERI, SENATORE PD: “IL GOVERNO SI ACCANISCE SUI FRONTALIERI”
Alessandro Alfieri, senatore del partito democratico, da anni è impegnato su questi temi è critico sulle iniziative del Governo italiano e mette in guardia su diversi rischi. «Lega e fratelli d’Italia hanno deciso di accanirsi contro i frontalieri. Dopo la tassa della salute a carico dei lavoratori che si recano a lavorare ogni giorno in Svizzera e la mancata estensione dello Smart Working, il governo Meloni Salvini introduce nella riforma fiscale il principio della frazione quotidiana come elemento per decidere in quale Paese assoggettare il lavoratore. Così si rischia di far saltare la salvaguardia per i vecchi lavoratori frontalieri fortemente voluta dal Partito Democratico, che grazie al nuovo accordo fiscale rimangano tassati in Svizzera senza pagare un euro in più. Pur di fare cassa, i partiti di destra rischiano di cancellare la specificità dei territori di confine che abbiamo finalmente costruito nella passata legislatura con un lavoro bipartisan. Serve una mobilitazione dei sindacati, dei sindaci dei comuni di confine e delle forze politiche che hanno a cuore la difesa dei lavoratori. Il partito democratico è già al lavoro in parlamento per scongiurare questa sciagurata iniziativa delle destre al governo».
I due parlamentari hanno lavorato insieme per arrivare all’accordo fiscale e spesso hanno ribadito la bontà di un metodo basato sul dialogo per arrivare alle decisioni.
L’INCONTRO A MALNATE PER IL NUOVO ACCORDO FISCALE
CANDIANI SULLA TASSA SANITARIA AI FRONTALIERI
«Sull’ultimo provvedimento in materia sanitaria – chiosa Candiani – non c’è stata concertazione. Non c’erano i tempi. Si tenga conto però che la tassa sanitaria è cosa diversa dai ristorni e qualche logica ce l’ha perché sarebbe scorretto che un lavoratore che lavora e paga le tasse in Italia si faccia carico delle prestazioni sanitarie di chi versa le tasse solo in Svizzera. Questo vale solo per i vecchi frontalieri. Con l’accordo fiscale i nuovi frontalieri pagano una parte di Irpef anche in Italia e quindi la tassa non li riguarda».
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