L’export varesino torna a crescere (+16%)
Bene i settori metalmeccanico, tessile abbigliamento, gomma- palstica e chimico farmaceutico. L’area UE-27 registra aumento in doppia cifra di tutti i partner tranne i Paesi Bassi. Bene gli scambi con Svizzera, Usa e Cina
È una buona notizia quella che arriva dall’Ufficio studi dell’Unione industriali della provincia di Varese: l’export torna a crescere. I dati relativi al periodo gennaio-giugno 2021 indicano una crescita delle esportazioni pari al 16,4%. È solo l’inizio, perché «c’è ancora terreno da recuperare»fanno sapere gli industriali perché rispetto ai livelli pre-Covid (gennaio- giugno 2019) la variazione rimane negativa ( -2,8%), a differenza della performance nazionale che si attesta a un +4,1%.
Le esportazioni della provincia di Varese hanno raggiunto i 4,9 miliardi di euro, una performance che si confronta con un andamento ancora più positivo dell’export a livello nazionale (+24,2%). Sul lato delle importazioni, a quota 3,9 miliardi di euro, si è registrato un aumento del +28,6% rispetto a gennaio-giugno 2020 (più marcato rispetto al dato nazionale, +24,1%). Queste dinamiche hanno generato un saldo commerciale positivo (+974,8 milioni di euro), ma in riduzione rispetto al periodo gennaio-giugno 2020 (-15,6%).
I MERCATI DI RIFERIMENTO
Riguardo i principali mercati di riferimento del commercio estero varesino, nel primo semestre 2021 si evidenzia (rispetto al primo semestre 2020) un andamento delle esportazioni prevalentemente espansivo. Se consideriamo l’area UE-27 (post-Brexit), i principali partner commerciali hanno registrato tutti variazioni positive a due cifre (tranne i Paesi Bassi, che hanno segnato un +9,3%): l’incremento più importante si è verificato verso la Polonia, con un +27,3%. Fuori dall’Unione, si segnala anche un aumento delle esportazioni verso la Svizzera (+5,8%), mentre si registra un calo degli scambi verso il Regno Unito (-18,4%), probabilmente per effetto dei nuovi procedimenti doganali post-Brexit. Con riferimento ai territori extra-europei: gli USA vedono un aumento degli scambi del +17,8%, mentre la Cina mostra un profilo ancora più espansivo, pari a +68, che si confronta però con livelli bassi di scambio del primo semestre 2020. In effetti, allora gli scambi con la Cina segnavano un -22,5% rispetto al primo semestre del 2019.
SETTORI
In termini di composizione settoriale, con riferimento ai comparti maggiormente rappresentativi del territorio, si evidenzia che il 55% delle esportazioni ha avuto origine dal settore metalmeccanico, il 9% dal tessile-abbigliamento, il 15% dal chimico-farmaceutico e il 10% dal settore gomma e materie plastiche. Il settore metalmeccanico, rispetto al primo semestre del 2020, ha registrato un aumento dell’export del +12,2% e un aumento dell’import del +37,3%. All’interno del settore si evidenziano però delle differenze di performance tra i diversi comparti in termini di export. Innanzitutto, si registra un aumento rilevante dei macchinari (+27,1%), principale voce per peso sul commercio estero varesino (il 23% del valore totale). Tra i partner principali, sono incrementati specialmente gli scambi con la Cina (+67,7%), con la Russia (+94,5%) e con l’Arabia Saudita (+69,6%), e si sono registrati aumenti di portata inferiore ma comunque interessante tra quelli europei (per esempio Germania +30,1%, Francia +35,6% e Spagna +46,9%). In dettaglio, hanno segnato rialzi maggiori le altre macchine per impieghi speciali (+31,9%) (il “nucleo” della meccanica strumentale, con la produzione di macchinari per diverse industrie), le altre macchine di impiego generale (+33,2%) e le macchine di impiego generale (+21,4%) (tra cui figurano invece utensili, motori e attrezzi vari destinati alla meccanica strumentale).
Poi, si registrano aumenti sul primo semestre del 2020 anche delle esportazioni di apparecchiature elettriche (+17,7%), dei prodotti in metallo (+26,0%) e dei computer e apparecchi elettronici (+16,0%). Se si considera invece il comparto dei mezzi di trasporto, si segnala un -25,4%, risultato di bilanciamento tra una dinamica positiva degli autoveicoli, rimorchi e semirimorchi (+24,8%) e negativa degli altri mezzi di trasporto (-38,2%). All’interno di questi ultimi, a pesare di più è il -44,5% degli aeromobili, veicoli spaziali e relativi dispositivi. Infine, si registra un aumento dei prodotti della metallurgia (+2,6%).
Il settore tessile, abbigliamento e pelletteria ha registrato invece, rispetto al primo semestre del 2020, un aumento delle esportazioni più imponente (+33,6%) e uno più leggero delle importazioni (+6,6%). All’interno del settore è aumentato l’export di tutte le macrosezioni della filiera, ossia i prodotti tessili (+21,2%), gli articoli di abbigliamento (+39,8%) e gli articoli in pelle (+65,7%). Nello specifico, si sono registrati aumenti rilevanti specialmente tra gli articoli di abbigliamento esclusi quelli in pelliccia (+36,2%), gli altri prodotti tessili (pizzi, tulle, merletti, feltro e ricami) (+27,8%), i tessuti in generale (+6,5%) e il cuoio conciato e lavorato, gli articoli da viaggio, le borse e altri articoli di pelletteria (+65,8%). Il settore chimico-farmaceutico ha visto, rispetto al primo semestre 2020, un incremento importante delle esportazioni (+26,3%) e delle importazioni (+39,4%). All’interno del settore è aumentato sia l’export dei prodotti chimici (+32,1%) che l’export dei prodotti farmaceutici di base e preparati (+11,3%). In dettaglio, sono aumentati soprattutto i prodotti chimici di base (+35,5%), i medicinali e preparati farmaceutici (+21,5%), i saponi, detergenti, prodotti per pulizie e cosmetici (+45,9%). Gli altri comparti hanno segnato quasi tutti rialzi, tranne gli altri prodotti chimici (-4,8%), i prodotti farmaceutici di base (-6,2%) e gli agrofarmaci (-5,8%).
Il settore gomma e materie plastiche ha registrato, rispetto al primo semestre 2020, una variazione positiva dell’export (+16,3%) dell’import (+13,1%) abbastanza omogenea. L’aumento delle esportazioni ha interessato sia gli articoli in materie plastiche (+16,0%) che gli articoli in gomma (+20,2%). Tra i comparti più di nicchia, rispetto al primo semestre del 2020, si è registrato un aumento degli alimentari (+6,3%), della carta (+14,7%), delle bevande (+24,8%), del legno (+18,8%) e della stampa (+12,1 %).
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