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Yama, il vignettista 2.0 che ha imparato a disegnare a 50 anni

Alla Sala serra una mostra con le vignette di Yama: un anno di cronaca sulle pagine di Varesenews

Picasso diceva che a quattro anni dipingeva come Raffaello e che poi aveva impiegato una vita per imparare a dipingere come un bambino. Non era una battuta ad effetto quella del grande artista catalano, ma una semplice verità. Yama, al secolo Pierre Ley, vignettista di Varesenews lo ha preso in parola e alla soglia dei 50 anni è andato dall’amico artista Cesare Ottaviano chiedendo “ripetizioni” di disegno. «Me lo ha chiesto con molta modestia – racconta Ottaviano – e si è rivelato subito un ottimo allievo, prontissimo a resettare i suoi schemi mentali per immergersi completamente, proprio come fanno i bambini, in questa nuova avventura».

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Mostra Yama 4 di 18

I risultati ottenuti da Yama potete ammirarli attraverso le sue vignette inserite in una mostra nella Sala Serra del Comune di Ispra. La mostra che è stata organizzata in collaborazione con l’associazione culturale Festival internazionale del cinema povero è stata inaugurata sabato 22 aprile, alla presenza dei fondatori dell’associazione, Giancarlo Buzzi e Cesare Ottaviano, e si potrà visitare fino al 28 aprile.

YAMA È UN VIGNETTISTA 2.0
Creare vignette è una cosa complicata perché richiede una buona dose di creatività, una grande capacità di sintesi e uno spiccato senso dell’ironia, qualità che si possono affinare ma non imparare. A queste tre Yama ne aggiunge una quarta, non indispensabile, ma che lo rende abbastanza unico: lui le vignette le disegna con un dito o con una penna capacitativa (quella con un’estremità in gomma morbida) su un piccolo tablet, utilizzando un banale programma di disegno. La tecnologia è solo uno strumento che non facilita il suo compito e soprattutto non lo sostituisce mai nel momento creativo. «In realtà – spiega Pierre Ley – è molto più difficile che sulla carta ma a me piace un po’ complicarmi la vita. La manualità rimane tutta e anche qualche impronta digitale sullo schermo».

DAMMI UNA MANO
«Nell’antichità i ritrattisti si facevano pagare di più o di meno – sottolinea il vignettista – a seconda di quante mani dovevano dipingere perché considerate molto complicate da disegnare. Ed è per questo motivo che si vedono molti quadri con personaggi che tengono una mano nascosta nell’abito o entrambe dietro la schiena. Io stesso avvertivo questa difficoltà e così sono andato a lezione».
«Pierre è stato molto bravo – replica Cesare Ottaviano – e mi ha lasciato di stucco perché dopo avermi parlato di questo suo handicap nel disegnare le mani, ha seguito alla lettera le indicazioni e ora le disegna meglio di quanto possa fare io. Per quanto riguarda il colore invece è molto interessante l’effetto acquerello».

UNA VIGNETTA PUO’ RACCONTARE PIU’ COSE
Le vignette di Yama commentano le notizie principali di Varesenews e quelle esposte nella mostra hanno anche un Qr code che una volta inquadrato con lo smartphone rimanda alla news che l’ha ispirata. «La vignetta, che io uso anche per far conoscere il territorio in cui viviamo – conclude Pierre Ley – è un modo per raccontare i fatti con uno sguardo diverso e per andare oltre l’evidenza dell’informazione. Non sempre suscita il riso ma quasi sempre stimola una riflessione».

Pubblicato il 22 Aprile 2017
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