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Atti vandalici, “patto educativo” per quattro minorenni

Svolgeranno 20 ore di volontariato ciascuno. Il percorso reso possibile dalla pronta collaborazione dei genitori

È iniziato in questi giorni per quattro minorenni un percorso di rieducazione sociale per rimediare a una serie di atti vandalici commessi a febbraio 2020 sul territorio comunale.

Sulla base di un “Patto educativo” concertato a inizio 2019 dall’Amministrazione in carica insieme alla Parrocchia, ad alcune Associazioni di Volontariato e alla Polizia di Stato, i quattro minorenni, di età compresa tra i 13 e i 14 anni, svolgeranno 20 ore di volontariato ciascuno ripulendo alcune aiuole cittadine dalle erbe infestanti e ritinteggiando una serie di panchine pubbliche, che verranno successivamente ricollocate in Piazza Don Annichini.

Prima di loro, il medesimo “Patto educativo” era stato applicato ai giovani che avevano incendiato il Presepe allestito dall’Associazione Banda Larga Omegnese (ABLO) presso il Battistero di Piazza Don Andrea Beltrami, e a quelli che sono stati poi impiegati dall’Associazione Gli Gnomi del Mastrolino nella ripulitura del sentiero che porta all’omonimo alpeggio, dopo l’insensato danneggiamento dei manufatti disseminati lungo il percorso.

Anche in questo più recente caso, il percorso di rieducazione è stato reso possibile dalla pronta collaborazione dei genitori dei minorenni che, convocati presso il Commissariato di PS cittadino dopo l’identificazione dei propri figli, hanno immediatamente aderito al “Patto”.

«Sempre con loro, nelle scorse settimane – spiega Sabrina Proserpio, Assessore competente per il Comune di Omegna –, abbiamo stabilito le modalità con cui i ragazzi avrebbero dovuto rimediare ai danni inferti al parcheggio pubblico situato nei pressi della sede di VCO Formazione».

Ancora per l’Assessore Proserpio, che si è occupata di contattare i genitori, chiedere la collaborazione della Protezione Civile e individuare il progetto con i funzionari comunali: « Qui a Omegna siamo convinti che rimediare con le proprie mani ad atti di puro e ingiustificato vandalismo valga doppiamente. Da una parte, consente di comprendere quale fatica si cela dietro la realizzazione di alcuni lavori troppe volte considerati “banali” e per i quali bisogna, invece, avere rispetto. Dall’altra, ricorda che il bene comune è di tutti e va protetto. Chi lo danneggia non può che ripararlo impiegando il proprio tempo e la propria fatica, non i soldi della collettività».

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Pubblicato il 12 Agosto 2020
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