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L’orso di Villadossola è il primo esemplare avvistato in Piemonte

immortalato dalle foto-trappole della polizia provinciale, l'orso bruno è riapparso in Piemonte dopo un progetto di ripopolazione iniziato in Trentino nel 1999

animali selvatici

È notte a Villadossola quando un orso bruno entra nel terreno di un’azienda agricola. Il buio non gli crea problemi, l’orso conosce la strada, infatti era stato in quella azienda agricola per la prima volta già due sere prima (il 2 maggio) e il suo obiettivo è sempre lo stesso: il miele delle arnie. l’animale, che può raggiungere i 300 chili, si avvicina alle cassette delle api, ne rovescia una, ma all’improvviso un flash di luce lo investe e spaventato ritorna nel bosco. Alla mattina tutto quello che rimane l’arnia a terra e una foto che ritrae il “colpevole”: è il primo avvistamento documentato di orso in Piemonte.

Una storia di appostamenti che Piemonte parchi ha deciso di ripercorrere con un articolo a cura di Laura Succi. «La notte di sabato 2 maggio scorso – ha raccontato Riccardo Maccagno, comandante della polizia provinciale del Verbano Cusio Ossola, a Piemonte parchi – uno di quegli orsi ha fatto una bella scorpacciata di miele: ha rovesciato e distrutto sei arnie per tirarlo fuori, poi ha lasciato le sue belle zampate su alcuni telaietti di cera che ha pestato nell’andirivieni”. Non c’è stato bisogno di altro, c’è stata subito la certezza che era proprio una bricconata da orso».

Subito la polizia provinciale ha posizionato delle foto-trappole, che già la sera successiva sono riuscite a scattare all’orso due foto a infrarossi. A questo punto gli agenti ne hanno piazzate altre in modo da ottenere delle fotografie migliori.

I proprietari dell’azienda agricola sono persone attente all’ambiente e sembrano quindi aver preso bene l’incursione dell’orso. Il comandante della polizia provinciale ha però scritto una lettera alla Regione Piemonte per proporre di valutare un risarcimento alle realtà danneggiate dagli orsi. In questo modo si potrebbero evitare conflitti, distendere gli animi e contribuire alla salvaguardia di questa specie ancora a rischio.

In passato, infatti, gli orsi bruni erano diffusi sull’intero arco alpino, ma l’azione dell’uomo ne aveva ridotto così tanto il numero da rendere impossibile negli anni ’90 il ripristino naturale della popolazione. Per questo nel 1999 il Parco Adamello Brenta, la Provincia autonoma di Trento e l’Istituto nazionale della fauna selvatica, con un finanziamento dell’Unione Europea, hanno prelevato dieci orsi nelle foreste slovene di Notranjska e Kočevsko, e li hanno introdotti tra i monti del Trentino. Gli orsi hanno avuto i loro cuccioli e a vent’anni di distanza il loro numero è salito a sessanta. Nessuno prima dello scorso maggio avrebbe però pensato di poterli avvistare in Piemonte.

Pubblicato il 17 Giugno 2020
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