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Valli del Verbano, cittadini e scienziati insieme per la tutela dei boschi Natura 2000

Si è concluso il progetto “BoscoBIO”, con cui la Comunità Montana Valli del Verbano ha monitorato biodiversità e resilienza forestale, coinvolgendo volontari e ricercatori dell’Università degli Studi di Milano; i dati serviranno al nuovo Piano Antincendio e al Piano di Indirizzo Forestale

valli del verbano

Si è concluso il progetto “BoscoBIO”, dedicato al monitoraggio della biodiversità, con cui la Comunità Montana Valli del Verbano si è classificata al settimo posto del Bando Pubblico “National Biodiversity Future Center” finanziato dall’Unione Europea-NextGenerationEU. Un progetto che ha rappresentato un esempio virtuoso di collaborazione tra scienza e cittadinanza attiva. 

Ricercatori dell’Università degli Studi di Milano e volontari della Comunità Montana Valli del Verbano, infatti, hanno lavorato fianco a fianco in questi mesi con l’obiettivo di fornire basi scientifiche per una pianificazione forestale adattativa nei siti Natura 2000 Val Veddasca, Monte Sangiano e Monti della Valcuvia

Le attività si sono concentrate su tre ambiti fondamentali: la prevenzione degli incendi boschivi, la resilienza delle specie forestali al cambiamento climatico e la biodiversità di questi ecosistemi. 

Per quanto riguarda il rischio di incendio nel territorio, sessantasei volontari del COAV – Coordinamento Antincendio Valli del Verbano hanno affiancato i ricercatori nelle simulazioni di propagazione del fuoco. I risultati hanno evidenziato come l’umidità del combustibile morto sia il principale fattore di controllo: al crescere della sua umidità, la probabilità di incendio diminuisce drasticamente, anche in presenza di vegetazione viva secca. Le faggete si sono rivelate le più vulnerabili, con valori di carico di combustibile particolarmente elevati, mentre querco-carpineti e boschi di latifoglie di bassa quota hanno mostrato livelli più contenuti e uniformi. Una carta del rischio di incendi ha, inoltre, dettagliato quali sono i principali hotspot di pericolo sul territorio.

Parallelamente, quindici volontari formati dal dottor Riccardo Balistreri, consulente ambientale laureato in Scienze forestali ed ambientali, hanno partecipato a trentasei uscite sul campo, monitorando complessivamente centocinquanta aree di saggio. Le osservazioni raccolte, integrate con modelli di distribuzione delle specie elaborati dai ricercatori, hanno permesso di valutare la risposta delle principali specie arboree a diversi scenari di cambiamento climatico. 

I dati mostrano una tendenza generale alla diminuzione dell’idoneità climatica, soprattutto a fine secolo, con specie come faggio e castagno particolarmente penalizzate. Al contrario, robinia e ailanto hanno evidenziato una maggiore capacità di adattamento, confermando la loro tolleranza al calore e alla siccità. Le proiezioni indicano inoltre uno spostamento verso nord e verso quote più elevate degli habitat idonei, con le fasi giovanili delle specie più sensibili agli stress climatici rispetto agli individui adulti.

Con altre centocinquanta aree di saggio, i volontari hanno catalogato e cartografato alcuni indicatori di biodiversità forestale, i cosiddetti “dendromicrohabitat (TreM)” – come rami secchi, cortecce sollevate, cavità – e la presenza di legno morto. È emerso che i TreM non si trovano soltanto sugli alberi vivi, ma sono diffusi anche nel legno morto, sottolineando l’importanza di conservare in parte sia gli alberi maturi di grande diametro sia quelli caduti. Le latifoglie, grazie alla loro struttura complessa, ospitano un numero superiore di microhabitat rispetto alle conifere, mentre nei castagneti e nei querco-carpineti si registra una maggiore presenza di TreM di origine antropica.

Rigore scientifico e impegno civico hanno permesso di delineare – grazie alle ricerche compiute in questi tre ambiti – un quadro della situazione attuale dell’ecosistema boschivo nei tre siti Natura 2000 delle valli del Verbano, aprendo le porte a una gestione forestale attenta e consapevole.

Questi dati sono stati utilizzati per la redazione del nuovo Piano Antincendio, che è stato presentato a inizio dicembre, e saranno utili anche per la stesura del nuovo Piano di Indirizzo Forestale (PIF), che avrà come obiettivo quello di essere efficace e attento nel contrasto agli effetti del cambiamento climatico e alla tutela a lungo termine della biodiversità forestale. 

La redazione del PIF, che rientra tra le azioni della Strategia di Transizione Climatica “Bosco Clima” sostenuta da Fondazione Cariplo, lega i due progetti a doppio filo, rendendoli entrambi parte integrante e fondamentale di un ampio programma di valorizzazione e tutela del patrimonio boschivo delle valli del Verbano che la Comunità Montana sta perseguendo in questi anni, collaborando da vicino con le amministrazioni comunali e avvalendosi del supporto di atenei e ricercatori qualificati.

«Il progetto “BoscoBIO” è un passo decisivo per la conoscenza e la tutela dei nostri ecosistemi forestali – dichiara l’assessora all’Ambiente Valeria Squitieri – Il coinvolgimento dei volontari, accanto al lavoro dei ricercatori, ha reso possibile una raccolta dati capillare e di elevata qualità: è quindi anche un esempio concreto di come il nostro territorio sappia mettere in campo competenze, responsabilità e collaborazione per proteggere il nostro patrimonio naturale».

Grande soddisfazione, in particolare per l’impegno dei volontari del COAV – Coordinamento Anticendio Boschivo delle Valli del Verbano, da parte dell’assessore con delega alla Protezione civile Marco Fazio: «A fianco delle azioni più dirette di antincendio, quindi quelle di spegnimento e prevenzione, c’è un aspetto altrettanto importante, che è quello dello studio e della conoscenza del nostro territorio. Tra l’altro, osserviamo anche come la precisa analisi dei dati stia permettendo di anticipare e quantificare il rischio incendi e di organizzare al meglio le risorse. Il COAV si dimostra ancora una volta all’avanguardia e pieno di entusiasmo nel recepire iniziative anche molto impegnative come quella di “BoscoBIO”».

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Pubblicato il 17 Dicembre 2025
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