Un mazzo di fiori e due colpi di pistola: così si è consumata la tragedia all’ospedale di Angera
Giuseppe Rizzoti aveva portato un ultimo regalo alla moglie prima di premere il grilletto. Nessun bisticcio, mai una discussione nei reparti dell'Ondoli. Poi quei colpi avvertiti nella tarda mattinata al secondo piano dell’ospedale

Li aveva potati dalla sua Cuasso al Monte: fiori freschi per la moglie, insieme alla pistola per farla finita.
I cronisti scafati delle televisioni accorsi ad Angera per il suicidio-omicidio di due anziani — lei in ospedale, lui marito che era venuto a trovarla — , insieme ai “mediani“ delle redazioni di provincia, affermano che la realtà supera sempre l’immaginazione.
E dunque ecco Giuseppe Rizzotti, che posteggia la sua auto sotto i pini marittimi dell’Ondoli, passa la sbarra degli ingressi, entra in PS e va al secondo piano in ascensore: il personale sanitario lo conosce, la moglie Anna Adele Castoldi è lì ricoverata al Subacuti da qualche settimana. In mano Rizzotti ha il mazzo di fiori e una busta di ringraziamenti agli infermieri, perché la moglie di lì a pochi giorni sarebbe stata dimessa. Ma nei pantaloni nasconde una piccola arma da fuoco.
Così entrambi sono rimasti in quella camera che dà sul piazzale dell’ospedale (nella foto), al secondo piano, fra le apparecchiature della squadra Rilievi dei carabinieri, le foto dei corpi, il silenzio — simile a quello avvertito nella tarda mattinata di lunedì — poi rotto da suoni che sembravano cestini caduti. Niente più.
Ma in quella “singola“ si era consumata una tragedia alla quale gli stessi inquirenti non sono in grado di dare una spiegazione. Forse — abbozzano — «lo sconforto per lo stato di salute dell’anziana compagna di vita».
I due anziani non erano soli. Con loro, nella piccola Cuasso al Monte, c’erano i figli, che tra l’altro andavano a trovare la madre e, da quanto risulta, si interessavano delle sue condizioni di salute. Ma tra il personale sanitario non traspariva alcun segno di squilibrio durante le visite dell’anziano alla consorte che di lì a poco sarebbe stata dimessa dopo un ricovero di alcune setimane.
Una situazione che tuttavia — è l’ipotesi — pesava sulle spalle dell’uomo, che con una pistola non dichiarata, pescata chissà dove, ha voluto mettere fine a due esistenze. In un luogo lontano da casa. Quella stessa casa che verrà sottoposta, su ordine della Procura, a rilievi da parte degli uomini del Nucleo Investigativo dei Carabinieri. Per riuscire a dare un perché a qualcosa che, come sempre, supera l’immaginazione.
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