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Il progetto “Avvicinare le montagne” all’Alpe Devero è stato ritirato

Contro il piano di rilancio sono state raccolte oltre centomila firme e si sono schierate una serie di realtà locali e nazionali come Cai e Legambiente

Devero foto pika

Il progetto “Avvicinare le montagne” è stato ritirato. L’intervento, marchiato dagli oppositori come “faraonico”, prevedeva tra gli altri investimenti la costruzione di nuovi impianti di collegamento, l’ampliamento dell’area sciistica e il recupero dei resti dell’Albergo Cervandone. Era stato proposto in un’ottica di rilancio turistico da una società privata in accordo con i comuni di Baceno, Crodo, Tasquera, Varzo e della provincia del Vco. Il progetto “Avvicinare le Montagne” non è però riuscito a superare la necessaria Valutazione Ambientale Strategica (VAS) e per il momento è bloccato.

Devero foto pika

Contro di esso si erano schierate da subito una serie di realtà e associazioni del territorio e anche nazionali, legate al mondo dell’ambientalismo (come Legambiente e Italia Nostra), della cittadinanza e dell’economia locale, come ad esempio i gestori dei rifugi e di alcune piccole attività ricettive del posto.

Il Comitato Tutela Devero si è battuto strenuamente attraverso azioni legali, incontri e momenti di dibattito contro l’impatto che il piano avrebbe comportato per l’ecosistema montano e l’area naturale. Obiezioni sostenute anche dalle migialia di firme (ben 108mila sulla piattaforma Change) raccolte a sostegno dell’attività. Non si è trattato soltanto di uno scontro tra investitori e detrattori ma proprio di una contrapposizione tra due visioni di sviluppo locale totalmente diverse.

In merito alla notizia dell’archiviazione del progetto il comitato ha pubblicato sulla propria pagina Facebook alcune importanti precisazioni: “Il progetto è stato archiviato non perché le istruzioni territoriali (comuni, provincia e regione) si siano ravveduti sulla “via di Damasco”, ma solo perché la vigilanza del Comitato a Tutela del Devero e le azioni giuridiche intraprese hanno reso difficilissimo percorrere quella strada. I comuni proponenti, il Parco, la Provincia e la Regione cercheranno di frazionare i progetti. Obbligando il Comitato a plurime azioni. Il progetto è naufragato – almeno per quanto riguarda la sua originaria prospettazione – perché il Comitato (e le maggiori associazioni nazionali coinvolte tra cui Legambiente e Cai) fin da subito non si è limitato a raccogliere firme (le firme fanno rumore, ma, purtroppo, non bloccano proprio nulla) ma ha raccolto fondi. Dimostrando così di avere la grande forza economica di opporsi ai progetti”.

Sostenere l’economia di montagna si può, anche con gli impianti chiusi

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Pubblicato il 09 Gennaio 2023
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