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Anche a Varese i lavori sporchi delle cosche: per i problemi intervenivano le famiglie

Quattro gli arrestati varesini a Gemonio nell’inchiesta della Dda di Milano. Varesotto al centro di un crocevia di aziende frutto di ramificazioni criminali per il controllo dei lavori legati all’armamento e manutenzione della rete ferroviaria italiana

Polizia e Guardia di Finanza

Dei 36 indagati nella grande inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Milano che ha fatto finire in manette 15 persone, la provincia di Varese gioca un ruolo importante: cinque delle persone indagate sono residenti fra Gemonio e Albizzate e gravitanti attorno alla articolazione di Nicoscia, cosca dapprima organica poi contrapposta (dal 2004) e dal 2010 con quella degli Arena di Isola Capo Rizzuto da cui nacque in seguito alla ripacificazione l’alleanza Arena-Nicoscia.

L’ombra delle cosche calabresi sulle manutenzioni delle ferrovie, 15 arresti eseguiti dalla Finanza di Varese e Milano

Quattro sono le persone residenti in provincia sottoposte e misura cautelare: tre in carcere, una agli arresti domiciliari, tutti residenti a Gemonio, mentre una quinta persona, domiciliata ad Albizzate risulta indagata.

I REATI Le contestazioni riguardano per la grande maggioranza degli indagati fatti che hanno a che vedere col “416 bis“: l’associazione a delinquere di stampo mafioso. Ma se si pensa ad una “semplice“ ramificazione territoriale, ci si sbaglia. Nelle carte firmate dal gip milanese Giuseppina Barbara si legge che quei lavori legati alle commesse per i lavori di armamento e manutenzione della rete ferroviaria italiana attraverso società appaltanti controllate dalle cosche sono solo una piccola porzione di una spartizione dell’intero territorio nazionale frutto di controllo e alleanze fra famiglie che riescono ad arrivare ovunque, con la forza lavoro che arriva spesso direttamente dalla Calabria, dove le rivendicazioni sindacali non vengono neppure pronunciate per sbaglio, e con l’obiettivo di perseguire fini (criminali) “comuni“.

RUOLI I guadagni, scrivono i giudici, vengono ottenuti attraverso la commissione di una serie indeterminata di reati di natura fiscale (con emissione ed annotazioni di fatture per operazioni oggettivamente inesistenti quelle relative al distacco degli operai e dei noli a freddo), compensazioni di debiti erariali e contributi previdenzialì con falsi crediti IVA, bancarotte, riciclaggio/autoriciclaggio, intestazione fittizia di beni e valori, corruzione tra privati, somministrazione fraudolenta del lavoro, sfruttamento dei lavoratori ed all’interno della quale ciascun associato ha una veste “formale” ed un ruolo ben definito.

L’AIUTO AI COMPARI Uno degli obiettivi dell’organizzazione era anche quello di garantire il sostentamento dei detenuti delle famiglie colpite dalla giustizia prevedendo in alcuni casi finte assunzioni per ottenere sconti di pena. La Finanza di Varese ha ricostruito la galassia delle imprese costruite e poi distrutte secondo l’accusa attraverso bancarotte fraudolente e fallimenti per svuotarle e lucrare sui crediti fiscali.

FOLLOW THE MONEY Un’inchiesta che segue il flusso dei soldi che hanno permesso di lucrare su un vero e proprio tesoro legato al malaffare per questo il dispositivo dell’ordinanza prevede anche un corposo spazio dedicato ai sequestri, per oltre 6,5 milioni. Non c’è da pensare però ad una semplice associazione pronta a fare affari contro la legge, ma sempre nell’ambito delle commesse economiche, in “doppio petto” dal momento che il monopolio della violenza era sempre il timbro costante di tutti i ragionamenti.

“LO SCANNO COME UN AGNELLO“ Proprio come emerge da alcune intercettazioni dove le Fiamme gialle ascoltano la soluzione di un “problema“ sorto su di un cantiere di Varese dove qualcuno si azzarda a chiedere una “mazzetta“ per dei lavori proprio ad una delle aziende controllate dalle cosche. Viene chiesto l’intervento delle famiglie: «Per primo sono andato da questo schifoso e gli ho detto: cosa vuoi tu? Te la do io la mazzetta, nel cuore te la infilo la mazzetta ..a me ti permetti a venire a chiedere… se ti vedo solo passare da Varese ti scanno come un agnello».

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it
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Pubblicato il 11 Febbraio 2022
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