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I “nonni giardinieri“ risolvono il caso degli strani furti di decespugliatori nel Luinese

Grazie alle loro denunce i carabinieri hanno raccolto materiale utile per il processo che si terrà a settembre con rito abbreviato

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Conoscono ogni filo d’erba del prato dei loro “clienti“ anche se spesso si tratta di amici stranieri a cui tengono d’occhio la villa vacanza, l’appartamentino con giardino e affaccio sul lago, o la bella residenza con rimessa dove trovano casa anche gli attrezzi per tagliare siepi ed erbe: veri e propri “nonni giardinieri“ che grazie alla loro passione per l’ordine e la pulizia hanno consentito di portare elementi importanti per giungere alla verità su quella spaventosa raffica di furti fra la primavera e l’autunno del 2019 che aveva preoccupato non poco nella zona dell’Alto Lago.

In realtà un colpevole già c’è (ma per un furto soltanto): si tratta di un uomo di 50 anni residente ad Arcisate arrestato dopo aver rubato un tagliasiepi ancora acceso mentre un giardiniere si era allontanato per cambiare le lame: il ladro cura l’uomo all’opera con l’utensile, poi al momento giusto scavalca il muro di cinta e si allontana per la strada ma viene ricorso e fatto arrestare dai militari della compagnia di Luino: per quel reato (furto aggravato) c’è già una condanna, con sentenza definitiva, a due anni e 8 mesi di reclusione.

Ma, appunto, solo per quell’episodio, che pur grave e in flagranza ha riguardato una sola asportazione di materiale.

In quel periodo però, da aprile a ottobre 2019 in tutta la zona dell’Alto Varesotto fu un vero e proprio stillicidio: via una falce a Pino, il tosaerba sparito a Tronzano, effrazione in un uno scantinato fronte lago.

Tutti episodi – una quindicina – che presentavano un comun denominatore: le case prese di mira erano di cittadini tedeschi e svizzero tedeschi che rappresentano la grande opportunità di un turismo di pregio e alla ricerca di relax, sicurezza e ambienti riservati.

Dunque le denunce in seguito alla misteriosa sparizione degli attrezzi di lavoro vennero presentate proprio dagli “angeli custodi“ dei beni delle famiglie di villeggianti, assenti perché in patria; esposti ai carabinieri molto circostanziati che hanno permesso di leggere in maniera complessiva la ragnatela di colpi che ha punteggiato le località turistiche del Verbano.

Alla fine le indagini portano ad un procedimento penale corposo dove vengono ricostruiti e contestati cinque di quegli episodi di furto finiti dinanzi al giudice monocratico di Varese, Rossana Basile, che ha accolto la richiesta dell’avvocato Oscar Canzoneri per rito abbreviato: appuntamento al prossimo settembre.

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it
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Pubblicato il 09 Febbraio 2022
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